
E' il risultato cui sono giunti i cardiologi dell'Università di Brescia , guidati da Savina Nodari , al termine di uno studio triennale, in via di pubblicazione, del nesso tra inquinamento ambientale e problemi cardiovascolari, attraverso il quale si è riscontrato che quando la concentrazione di Pm10 supera i 50 microgrammi per metro cubo (il limite medio giornaliero fissato per le emissioni) aumentano del 32% gli scompensi acuti, del 39% le aritmie ventricolari, del 14% le sindromi coronariche acute e addirittura del 57% i casi di fibrillazione atriale.
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