mercoledì 25 settembre 2013

SANITA' IN LOMBARDIA ED IN PROVINCIA DI VARESE - CONSIDERAZIONI


Nessuno sarà lasciato solo “ : questo è lo slogan univeralistico utilizzato in campo economico da un ex ministro delle finanze e da politici nostrani in campagna elettorale . Se in campo economico  i drammatici  suicidi di imprenditori e di lavoratori disoccupati smentiscono purtroppo questa impudente affermazione , in campo socio sanitario la solitudine del cittadino è aumentata in modo ormai esponenziale .
Infatti  dati drammaticamente consolidati ci dicono che negli ultimi  anni ,pur cambiando i presidenti del consiglio , le composizioni dei governi, non è cambiato l’incremento in percentuale  di coloro che rinunciano  o rinviano le cure mediche ,passando in poco tempo dal 19 al 27 % !
Al di là delle alchimie evocate dai vari partiti e consiglieri regionali , riteniamo che una seria riflessione riguardante il futuro della sanità lombarda debba partire da questi dati , che , anche se localmente  di percentuale leggermente inferiore , sono un campanello d’allarme che non può essere continuare inascoltato .
Oltre al fattore economico , incide anche il fattore sanitario .
Troppa gente rinuncia a curarsi ed a curare i propri cari ( un  esempio : dentista per i bambini ) perché non può sostenere il costo delle cure , medicine comprese e perché , una volta dimessa dall’ospedale dopo la fase acuta , trova difficoltà ad essere presa costantemente  in carico da una efficiente struttura sanitaria territoriale .
Ed il fatto che nel 2012 sia aumentata del 3,7 % la spesa per farmaci in ospedale   e sia  diminuita del 6,7 % la spesa in farmacia territoriale  è una comprova della rinuncia alla salute per molti , specialmente anziani .
Dobbiamo ricordare che l’art.32 della Costituzione afferma che “ La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti “.
Un diritto fondamentale non può essere considerato un business soprattutto per i privati , come è avvenuto fino ad ora .
La sanità lombarda deve tornare ad affermare il principio della solidarietà sociale e non dell’affarismo sfrenato senza limiti e moralità.
La sanità è la principale competenza della Regione , anche per spesa, e la politica della salute deve albergare in tutte le politiche regionali, da quella dell’ambiente, a quella dello sviluppo economico .
Il punto di partenza deve vedere  la legalità abbinata alla trasparenza , onde evitare che si ripetano situazioni tipo Maugeri o San Raffaele  .                                                                                                                     Si dovrà riequilibrare il rapporto fra privato e pubblico :non è possibile che il pubblico si accolli tutte le attività “ costose”, in perdita , mentre al privato vengono garantiti settori ben remunerati .Inoltre fino ad ora lo spending review si è visto solo nel pubblico .


Ovviamente bisogna mettere mano ai doppini di reparti, istituiti solo per accontentare le mire primariali di amici degli amici, con esorbitanti costi di funzionamento .
Nel territorio i distretti sanitari  devono diventare dei presidi importanti per la tutela dei cittadini per cui in ogni distretto deve essere realizzata la CASA DELLA SALUTE ove possano essere presenti gli specialisti delle più importanti patologie e dove la telemedicina sia di casa . 
La CASA DELLA SALUTE è anche la struttura che deve prendersi in carico il cittadino prima dell’invio all’ospedale e dopo le sue dimissioni .    Attraverso l’integrazione territorio-ospedale  si può arrivare ad evitare ricoveri non indispensabili .
Se è vero , come affermano primari e direttori , che l’allucinante situazione del Pronto Soccorso dell’ospedale di Circolo è primariamente imputabile ad un efficace filtro territoriale , è ora che si passi dagli enunciati ai fatti concreti  , che , tra l’altro  si sono già appalesati in altre regioni d’Italia .
La prevenzione si fa potenziando il distretto sanitario , implementando i servizi esistenti ,ponendo particolare attenzione agli stili di vita ed alle nuove patologie .
Giustamente, come è noto,  l’attesa di vita si allunga , occorre pensare alle patologie connesse con all’età avanzata ed alla riqualificazione dei presidi ospedalieri specializzati in riabilitazione e lungodegenza .
In provincia di Varese abbiamo esperienze positive come l’ospedale di Somma Lombardo o quello di Cuasso al Monte  che vanno valorizzate ed incentivate  .                                                                                        Se in Lombardia  fondamentale è il rilancio del binomio cura- ricerca negli IRCS , non di meno in provincia di Varese è fondamentale il binomio Università-Ospedale .
Una attenzione particolare deve riguardare la tutela della salute nei luoghi di lavoro : come prevede la legge 81/08  i soldi incamerati con le sanzioni per inadempienze della legge devono servire per assumere personale e non per tamponare il deficit di bilancio .
Il deficit di bilancio può essere contenuto attraverso un mirato accorpamento delle direzioni ospedaliere , l’eliminazione delle  doppie, triple, quadruple strutture primariali per una stessa patologia , istituendo  una unica centrale regionale che si occupi degli acquisti di materiale di largo consumo , sia per ASL sia per ospedali . E, guardando lontano , si potranno contenere le spese sanitarie future promuovendo sanità e stili di vita sul territorio .
Per quanto riguarda infine la nomina dei direttori generali , dei direttori amministrativi, dei direttori sanitari delle strutture sanitarie , è ora di finirla con la pratica di scegliere gli amici degli amici : la scelta deve essere fatta per competenza e non per appartenenza politica , come è accaduto fino ad ora , umiliando tanti bravi e seri professionisti della salute .





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