“ Nessuno sarà lasciato solo “ : questo è lo slogan
univeralistico utilizzato in campo economico da un ex ministro delle finanze e
da politici nostrani in campagna elettorale . Se in campo economico i drammatici
suicidi di imprenditori e di lavoratori disoccupati smentiscono
purtroppo questa impudente affermazione , in campo socio sanitario la
solitudine del cittadino è aumentata in modo ormai esponenziale .
Infatti dati
drammaticamente consolidati ci dicono che negli ultimi anni ,pur cambiando i presidenti del
consiglio , le composizioni dei governi, non è cambiato l’incremento in
percentuale di coloro che
rinunciano o rinviano le cure mediche ,passando
in poco tempo dal 19 al 27 % !
Al di là delle alchimie evocate dai vari partiti e
consiglieri regionali , riteniamo che una seria riflessione riguardante il
futuro della sanità lombarda debba partire da questi dati , che , anche se
localmente di percentuale leggermente
inferiore , sono un campanello d’allarme che non può essere continuare
inascoltato .
Oltre al fattore economico , incide anche il fattore
sanitario .
Troppa gente rinuncia a curarsi ed a curare i propri cari (
un esempio : dentista per i bambini )
perché non può sostenere il costo delle cure , medicine comprese e perché , una
volta dimessa dall’ospedale dopo la fase acuta , trova difficoltà ad essere
presa costantemente in carico da una
efficiente struttura sanitaria territoriale .
Ed il fatto che nel 2012 sia aumentata del 3,7 % la spesa per
farmaci in ospedale e sia diminuita del 6,7 % la spesa in farmacia territoriale è una comprova della rinuncia alla salute per
molti , specialmente anziani .
Dobbiamo ricordare che l’art.32 della Costituzione afferma
che “ La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e
interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti “.
Un diritto fondamentale non può essere considerato un
business soprattutto per i privati , come è avvenuto fino ad ora .
La sanità lombarda deve tornare ad affermare il principio
della solidarietà sociale e non dell’affarismo sfrenato senza limiti e
moralità.
La sanità è la principale competenza della Regione , anche
per spesa, e la politica della salute deve albergare in tutte le politiche
regionali, da quella dell’ambiente, a quella dello sviluppo economico .
Il punto di partenza deve vedere la legalità abbinata alla trasparenza , onde
evitare che si ripetano situazioni tipo Maugeri o San Raffaele . Si
dovrà riequilibrare il rapporto fra privato e pubblico :non è possibile che il
pubblico si accolli tutte le attività “ costose”, in perdita , mentre al
privato vengono garantiti settori ben remunerati .Inoltre fino ad ora lo
spending review si è visto solo nel pubblico .
Ovviamente bisogna mettere mano ai doppini di reparti,
istituiti solo per accontentare le mire primariali di amici degli amici, con
esorbitanti costi di funzionamento .
Nel territorio i distretti sanitari devono diventare dei presidi importanti per
la tutela dei cittadini per cui in ogni distretto deve essere realizzata la
CASA DELLA SALUTE ove possano essere presenti gli specialisti delle più importanti
patologie e dove la telemedicina sia di casa .
La CASA DELLA SALUTE è anche la struttura che deve prendersi
in carico il cittadino prima dell’invio all’ospedale e dopo le sue dimissioni
. Attraverso l’integrazione territorio-ospedale si può arrivare ad evitare ricoveri non
indispensabili .
Se è vero , come affermano primari e direttori , che
l’allucinante situazione del Pronto Soccorso dell’ospedale di Circolo è
primariamente imputabile ad un efficace filtro territoriale , è ora che si
passi dagli enunciati ai fatti concreti
, che , tra l’altro si sono già
appalesati in altre regioni d’Italia .
La prevenzione si fa potenziando il distretto sanitario ,
implementando i servizi esistenti ,ponendo particolare attenzione agli stili di
vita ed alle nuove patologie .
Giustamente, come è noto, l’attesa di vita si allunga , occorre pensare
alle patologie connesse con all’età avanzata ed alla riqualificazione dei
presidi ospedalieri specializzati in riabilitazione e lungodegenza .
In provincia di Varese abbiamo esperienze positive come
l’ospedale di Somma Lombardo o quello di Cuasso al Monte che vanno valorizzate ed incentivate . Se in
Lombardia fondamentale è il rilancio del
binomio cura- ricerca negli IRCS , non di meno in provincia di Varese è
fondamentale il binomio Università-Ospedale .
Una attenzione particolare deve riguardare la tutela della
salute nei luoghi di lavoro : come prevede la legge 81/08 i soldi incamerati con le sanzioni per
inadempienze della legge devono servire per assumere personale e non per
tamponare il deficit di bilancio .
Il deficit di bilancio può essere contenuto attraverso un
mirato accorpamento delle direzioni ospedaliere , l’eliminazione delle doppie, triple, quadruple strutture
primariali per una stessa patologia , istituendo una unica centrale regionale che si occupi
degli acquisti di materiale di largo consumo , sia per ASL sia per ospedali .
E, guardando lontano , si potranno contenere le spese sanitarie future
promuovendo sanità e stili di vita sul territorio .
Per quanto riguarda infine la nomina dei direttori generali
, dei direttori amministrativi, dei direttori sanitari delle strutture sanitarie
, è ora di finirla con la pratica di scegliere gli amici degli amici : la scelta
deve essere fatta per competenza e non per appartenenza politica , come è
accaduto fino ad ora , umiliando tanti bravi e seri professionisti della salute
.
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