lunedì 14 gennaio 2013

SCIOPERO DELLA FAME DEGLI AUTOTRASPORTATORI


Poco più di dieci  giorni fa mi ero recato presso la Questura di Varese per richiedere il rinnovo del passaporto ed all’uscita ho visto , attaccato alla cancellata della prefettura, un cartello che  informava  : “ sciopero della fame “ ;per terra, adagiato contro la cancellata vi era uno zainetto . In quel momento non vi era ,sul posto , presenza di persone :probabilmente erano andati a prendere altro materiale . Tra me e me ho pensato : evidentemente c’è qualche problema .  Leggendo nei giorni seguenti  Varese7Press , ho saputo che lo sciopero della fame è il modo usato da questi lavoratori per sensibilizzare chi di dovere onde ottenere  ciò che spetta loro .


Quella cancellata, quel posto , le modalità di protesta , mi ricordano le straordinaria determinazione di Alexandra Bacchetta nel combattere una battaglia per ottenere giustizia  ,in un Paese ove la giustizia ,nelle sue variegate eccezioni, è quasi sempre matrigna verso chi non ha santi in paradiso .
E non fanno eccezioni questi lavoratori che da quasi due settimane sfidano il freddo nel tentativo di vedere riconosciuti i loro diritti con davanti a se un futuro quanto mai cupo .
La speranza è che le istituzioni non siano sorde e cieche, ed intervengano con la loro autorità onde aprire un tavolo di trattative . Nel frattempo queste persone hanno bisogno di tanta  solidarietà , come quella manifestata concretamente da Don Gabriele e dai parrocchiani di Casbeno .
Purtroppo la situazione degli autisti presenti in piazza della libertà evidenzia solo  una delle migliaia  di realtà che costellano la situazione occupazionale dell’Italia .Sembra ormai che solo  gesti estremi che mettano in pericolo la salute di chi li attui possono attirare un poco di attenzione dei media e delle istituzioni .
Incredibile che nel 2000 un essere umano debba mettere a repentaglio la propria vita per cercare di ottenere ciò che è scritto all’art. 1 della nostra Costituzione :”L’Italia è un repubblica fondata sul lavoro “.
Così lo è per i lavoratori del Sulcis che si rinchiudono nelle miniere, così è stato per i lavoratori che sono stati per mesi sulla torre del binario 21 della stazione centrale di Milano . Così è per i lavoratori di Varese .
E’ giusto , è umano, è moralmente accettabile tutto ciò ? 

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