domenica 20 gennaio 2013

BUSTO ARSIZIO :DON GALLO AI GIOVANI

"Su, su, su con la testa: agitatevi e organizzatevi nel nome della non violenza. Studiate le cause dell'ingiustizia, come diceva Gramsci. Partiamo da questa realtà che è il nostro Paese". "Ho visto nascere la democrazia a 17 anni e ora che sono vecchio non vorrete che la veda morire?".

 Don Andrea Gallo ha riempito la sala del Museo del Tessile a Busto Arsizio, ha scaldato i cuori e fatto battere le mani. Appassionate le sue parole davanti alle centinaia di persone raccolte per commemorare i lavoratori della ditta Ercole Comerio: il 10 gennaio 1944 Vittorio Arconti, Arturo Cucchetti, Ambrogio Gallazzi, Alvise Mazzon, Giacomo Biancini, Guglielmo Toia e Melchiorre Comerio vennero arrestati con l'accusa di aver fomentato uno sciopero. Solo Comerio, fratello del titolare della ditta, venne rilasciato, gli altri furono deportati nel campo di sterminio di Mauthausen. Arconti, Gallazzi e Cucchetti non fecero ritorno a casa. Mazzon morì qualche mese dopo la fine del conflitto per gli stenti subiti nel campo.

"Chiediamoci cos'è la resistenza. Chi ha fatto la resistenza? I cattolici, i comunisti, i socialisti, i liberali, gli azionisti, i monarchici, i repubblicani. Tutti uniti! E la politica è questo: è uscire tutti insieme dai problemi, come diceva Don Milani, a partire dagli ultimi". E allora, si e ci chiede Don Gallo - il prete che "prega" con "Bella ciao" ed è devoto ai sette santi ovvero i "sette fratelli Cervi" - vale ancora la pena di insistere? "Sì, ma a un patto: non beatificare la resistenza in modo retorico. Parliamo di resistenti, di uomini e di donne in carne e ossa. Spogliamo la resistenza di ogni monolitica retorica per considerarla invece partecipazione politica attiva di una generazioni intera".

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