La Sea (la società che gestisce l’aeroporto di Milano Malpensa), se il processo dovesse concludersi positivamente, è chiamata a risarcire un danno di quasi 8milioni di Euro insieme al ministero dei Trasporti.
La questione incriminata sarebbe l’aver causato la morte di oltre 120mila alberi della “Brughiera del Dosso”, una proprietà di 220 ettari, all’interno del Parco del Ticino, tra Somma Lombardo e Vizzola. L’area in questione, tra l’altro, è un Sic, quindi un Sito di Interesse Comunitario. Così, nella lettera dell’UE si denunciano le pessime condizioni della brughiera (evitando, per ora, di mettere in luce anche i gravi problemi causati alla salute umana, emersi dal processo civile).
A far partire la denuncia è stato Umberto Quintavalle, proprietario della brughiera, affiancato dalla difesa dell’avvocato Elisabetta Cicigoi, con i colleghi Matteo Majocchi e Gianluca Gariboldi. Ora le verifiche, effettuate dal Corpo Forestale dello Stato, confermano in toto le sue accuse, parlando di disastro ambientale. Il danno è causato dagli idrocarburi sparsi sul terreno dagli aerei, specialmente nella fase di decollo. Si aggiunge al degrado anche l’inquinamento acustico: i picchi di rumorosità raggiungono infatti i 92 decibel. Le accuse però, non sono certo una novità. I primi alberi di Quintavalle sono cominciati a morire addirittura dai primi mesi dopo la creazione dell’area aeroportuale, nel lontano 1998.
Un’accusa, quindi, all’apparenza indifendibile, verso la quale lo Stato Italiano - unitamente alla coscienza dei comuni della zona, che hanno sempre elogiato come una stupenda conquista quest’aeroporto - ha 60 giorni di tempo per difendersi (ed il conto alla rovescia è cominciato il 2 luglio, data della lettera della Commissione). E a fare i conti, con la vita e la salute dei cittadini, si aggrava la questione, con la tanto sospirata e ambita “terza pista” di Malpensa.
da l'inform@zione
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