Alla fine sono piovute le condanne: 5 anni e 6 mesi per l'ex-capo dell'ufficio tecnico del comune di Gallarate Gigi Bossi, 4 anni e 6 mesi per la sua compagna e architetto Federica Motta, 6 anni e 6 mesi per l'architetto Riccardo Papa. Dopo più di tre anni di dibattimento è giunto alla sentenza di primo grado il processo Lolita che ha passato ai raggi x l'urbanistica gallaratese degli ultimi dieci anni e il collegio giudicante presieduto da Adet Toni Novik, con Piera Bossi e Luisa Bovitutti come giudici a latere, ha emesso la sentenza che mette un punto ad una vicenda iniziata nel 2008.
CORRUZIONE -Per tutti e tre la pena comminata è di 4 anni e 6 mesi. Nella lettura della sentenza Novik ha specificato che per tre pratiche urbanistiche firmate da Papa e dalla Motta non è presente la corruzione. Per la "mediazione Sci", nella quale Bossi avrebbe intascato centinaia di migliaia di euro per aver mediato (mentre era dirigente pubblico del comune di Gallarate) tra venditore e acquirente di un terreno in città, i giudici hanno deciso il rinvio degli atti alla procura in quanto si tratterebbe di altra fattispecie di reato.Per tutte le altre pratiche, invece, la corte ha stabilito che Riccardo Papa ha agito come corruttore nei confronti di Gigi Bossi ottenendo la velocizzazione delle pratiche edilizie per i suoi clienti grazie a Federica Motta, la quale otteneva lavori per il suo studio di architettura nelle medesime pratiche i cui proventi finivano nella disponibilità, in toto o in parte, di Gigi Bossi.
PECULATO E ABUSO D'UFFICIO - I giudici hanno condannato Riccardo Papa e Gigi Bossi a pene ulteriori. Per Gigi Bossi oltre alla corruzione è stato confermato anche l'abuso d'ufficio, ovvero l'abuso della propria posizione di vertice nell'ufficio tecnico per favorire Riccardo Papa. Per quest'ultimo, invece, è stata comminata una pena ulteriore di 2 anni per il peculato consistito nell'acquisto di un piatto presso la gioielleria Zaro di Gallarate addebitato all'Ordine degli Architetti del quale era il presidente.
LA PARTE CIVILE - In questo procedimento il comune di Gallarate si era costituito come parte civile chiedendo un milione di euro di danni a Gigi Bossi. Il collegio ha calcolato, invece, in soli 200 mila euro (più 15 mila euro di spese) il danno da risarcire precisando che la parte lesa (il Comune inteso come consiglio comunale, organo decisionale anche sulle questioni urbanistiche tramite la commissione edilizia) ha assunto un comportamento che prefigura un concorso nella commissione del reato in quanto mai da parte di nessun esponente della giunta o dell'opposizione si è levata una voce critica su quanto satava avvenendo nell'ufficio tecnico. I giudici hanno anche confiscato 91 mila euro depositati su un conto intestato a Gigi Bossi e Federica Motta.
Nessun commento:
Posta un commento
LASCIA UN TUO COMMENTO