“Le istituzioni italiane dovrebbero andare a processo per omissione di soccorso. Le politiche improntate alla disumanità, dai porti lontani al ddl sicurezza, servono solo a consolidare il proprio potere”. A dispetto dei chilometri da fare, dell’agenda piena, delle mille emergenze e progetti da seguire, il fondatore di Libera e del Gruppo Abele, don Luigi Ciotti ieri ha voluto esserci a Ragusa. Di fronte al tribunale è iniziato il processo per favoreggiamento all'immigrazione clandestina che vede imputati i cofondatori di Mediterranea, Luca Casarini, Beppe Caccia e Alessandro Metz, e l’equipaggio a bordo di Mare Jonio nel settembre 2020, il comandante Pietro Marrone, la medica di bordo Agnese Colpani e il soccorritore Fabrizio Gatti. Don Luigi parla al termine dell’udienza in quelle aule che per lui sono sempre state “di giustizia” e sembra quasi provato: “Tutto questo è umiliante. Provo una reale sofferenza nel vedere persone pulite, generose, finire sotto processo”.
Perché ha deciso di essere qui oggi?
“Per esprimere la nostra vicinanza. Anche se non eravamo fisicamente a bordo ci siamo sentiti sempre su quelle navi e dobbiamo continuare a farlo. Ma poi, come si fa ad abbandonare su un mercantile 27 persone per 38 giorni e poi perseguire chi le soccorre? Che reato è? Me lo spieghino. C’è un interrogativo che dobbiamo porci: per non commettere reati, bisogna voltarsi dall’altra parte, lasciare morire le persone ? Se è così siamo alla fine dell’etica”.
Norme e decreti approvati negli ultimi tre anni e non solo di fatto obbligano a farlo.
“Sono leggi disumane e sono le istituzioni italiane che dovrebbero andare a processo per omissione di soccorso. Ogni settimana apprendiamo di naufragi avvenuti davanti alle nostre coste , mentre si continuano a sporcare di sangue i soldi che gli italiani versano pagando le tasse”.
A cosa si riferisce?
“Se, come sostengono, per “contrastare l’immigrazione clandestina” si finanziano regimi come quello libico, dove sono istituzionalizzati lager in cui succede di tutto, violenze, torture, omicidi, se addirittura si fa fuggire su un volo di Stato Almasri, uno dei responsabili di tutto questo, allora si stanno sporcando i soldi degli italiani di sangue, perché siamo noi che paghiamo per tutto questo. Lo stesso vale per i centri italiani in Albania . Nella politica di oggi c’è un’emorragia di umanità”.
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