Negli ultimi giorni il Mediterraneo ha mostrato, ancora una volta, la sua parte più dura. Ma il peggio non sono le onde. È il vuoto.
Quello lasciato da chi avrebbe dovuto intervenire, e ha scelto di non farlo.
Tra il 24 e il 26 maggio, una barca in legno sovraccarica è rimasta alla deriva per oltre quattro giorni. Tre navi civili, tra cui la Ocean Viking, hanno cercato di rispondere all’emergenza in assenza totale di coordinamento da parte delle autorità.
Tre persone sono morte.
Molti sono stati respinti illegalmente in Libia, altri evacuati in condizioni critiche.
Il resto (53 persone, tra cui bambini, donne e 28 minori non accompagnati) è stato soccorso dal nostro equipaggio lunedì 27 maggio. Il giorno dopo, cinque di loro — tra cui un neonato di 8 mesi — sono stati evacuati d’urgenza nei pressi di Lampedusa per ricevere cure mediche salvavita. Le loro condizioni erano drammatiche.
“Tutti necessitavano di cure mediche urgenti che non potevano essere ritardate.” Ha raccontato Rebecca, Coordinatrice del team medico a bordo.
Martedì 28, la Ocean Viking ha attraccato a Porto Empedocle per lo sbarco dei minori e dei loro familiari, come richiesto dal Tribunale dei Minori di Palermo.
Ma 13 persone in gravi condizioni psico-fisiche sono state costrette a rimanere a bordo.
La destinazione finale imposta?
Livorno: oltre 1150 km di navigazione, con persone stremate, traumatizzate, ferite. |
Nessun commento:
Posta un commento
LASCIA UN TUO COMMENTO