La Toscana ha scritto una pagina storica per i diritti civili in Italia: con l’approvazione della Proposta di Legge di iniziativa popolare Liberi Subito, è la prima Regione a garantire procedure e tempi certi per l'accesso all'aiuto medico alla morte volontaria.
Il Consiglio regionale toscano ha finalmente tradotto in realtà concreta quanto stabilito dalla Corte Costituzionale con la sentenza “Cappato - DJ Fabo”. Un risultato ottenuto grazie alle firme di oltre 10.000 cittadine e cittadini toscani e alle azioni di disobbedienza civile che abbiamo portato avanti in questi anni.
Con questa legge, un diritto già riconosciuto dalla Consulta, ma rimasto troppo spesso sulla carta, sarà finalmente concreto e garantito, con procedure chiare e tempi certi di risposta per chi ne fa richiesta.
Mentre ti scrivo, penso a tutte quelle persone che non sono più tra noi dopo aver atteso invano una risposta. Penso a Federico Carboni, conosciuto come "Mario", il primo italiano ad accedere al “suicidio medicalmente assistito”, che ha dovuto attendere due anni e affrontare una lunga battaglia legale nelle Marche per vedere riconosciuto il proprio diritto. Due anni di troppo, fatti di sofferenza e attese che ora, grazie a questa legge, almeno in Toscana non si ripeteranno più.
Ma penso anche a chi, in altre regioni, sta ancora aspettando in condizioni di sofferenza che non dovrebbero essere prolungate dall'inerzia delle istituzioni. Penso a Martina Oppelli che in Friuli-Venezia Giulia, chiede ormai da troppo tempo che la sua volontà sia rispettata e le sue condizioni riconosciute. Penso a tante altre storie che ci mostrano quanto sia urgente estendere a tutta Italia quello che la Toscana ha realizzato oggi.
L'effetto di questa vittoria è già visibile. In Veneto, il Presidente Zaia ha annunciato che sta lavorando a un regolamento attuativo della sentenza della Corte Costituzionale. È un segnale importante.
L'Umbria potrebbe essere la prossima dove raccoglieremo le firme, per tutelare finalmente persone nelle condizioni di Laura Santi, che ha dovuto attendere più di due anni e mezzo e numeri ricorsi in tribunale per vedere riconosciuti i propri diritti.
Questa legge non parla solo di fine vita, ma anche di rispetto e di libertà di scelta. Come ha detto la nostra Segretaria nazionale Filomena Gallo, siamo pronti a collaborare con tutti, anche con chi si è opposto a questa legge, per potenziare le cure palliative, perché il diritto all'autodeterminazione e il diritto alle cure sono due facce della stessa medaglia.
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