I giudici della Corte di Appello di Roma hanno deciso di non convalidare i trattenimenti dei 43 migranti rinchiusi nei centri costruiti dall’Italia in Albania. E di rinviare gli atti alla Corte di giustizia europea.
I migranti devono dunque essere liberati e saranno riportati, conferma il Viminale, sabato sera alle 19 in Italia, a Bari, su mezzi della guardia costiera.
È il terzo no all’esperimento del governo Meloni che, nonostante due precedenti dinieghi, una sentenza della Cassazione che affidava sì ai ministri il compito di stilare la lista dei paesi sicuri ma anche ai giudici il dovere di verificarne la validità rispetto ai migranti e i rinvii pregiudiziali pendenti davanti alla Corte di giustizia europea, aveva deciso di forzare la mano.
Muovendo un’altra volta, la terza, il pattugliatore della Marina militare da Lampedusa alle coste albanesi carico di un gruppetto di migranti.
I giudici però hanno deciso ancora di annullare il fermo disposto dal questore, di sospendere il giudizio, rinviare la questione di nuovo all’Europa e liberare dunque i migranti.
“Il giudizio – si legge nel provvedimento firmato dai magistrati - va sospeso nelle more della decisione della Corte di Giustizia. Poiché per effetto della sospensione è impossibile osservare il termine di quarantotto ore previsto per la convalida, deve necessariamente essere disposta la liberazione del trattenuto, così come ha ripetutamente affermato la Corte Costituzionale in casi analoghi”.
Alla Corte europea, che il 4 ottobre del 2024 aveva emesso una sentenza spiegando che un Paese può essere ritenuto sicuro solo se lo è in ogni sua parte di territori, i giudici chiedono se la direttiva vada interpretata in modo da dichiarare non sicuro anche un Paese in cui vi siano una o più categorie di persone minacciate o perseguitate"
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