sabato 1 giugno 2024

ATTENTI AI CIBI ULTRA-PROCESSATI-

 


ALIMENTI ULTRAPROCESSATI 

  • bevande gassate e zuccherate;
  • snack e merendine confezionate;
  • creme spalmabili;
  • fette biscottate e cereali per colazione;
  • salse istantanee;
  • pizze confezionate;
  • bastoncini di pesce;
  • wurstel;
  • .........
cibi ultraprocessati sono chiamati in questo modo perché contengono numerosi ingredienti aggiunti (per esempio sale, zucchero, coloranti, additivi) e inoltre perché spesso sono prodotti dall’elaborazione di sostanze (grassi, amidi eccetera) estratte da alimenti più semplici. Rientrano nella categoria dei cibi ultraprocessati molti piatti pronti e surgelati, le bevande zuccherate, i prodotti in vendita nei “fast-food” e molti snack confezionati (dolci o salati). In alcuni casi sono ultraprocessati anche alimenti erroneamente considerati salutari, come i cereali per la colazione, gli yogurt dolci alla frutta o i cracker.
  • Sono saporiti e piacevoli al palato, veloci da preparare e si conservano a lungo. Senza dubbio sono molti gli aspetti positivi dei cosiddetti “cibi ultraprocessati”, ossia alimenti confezionati e pronti per essere riscaldati o consumati direttamente, frutto di ripetute lavorazioni industriali. Tuttavia assumerne troppi può creare problemi per la salute e aumentare il rischio di tumore del colon anche del 30 per cento circa.

    L’associazione tra il consumo di cibi ultraprocessati e l’aumento di rischio di tumore del colon è stata descritta in un articolo pubblicato nell’agosto 2022 sulla rivista British Medical Journal.

    “Una dieta non equilibrata è un importante fattore di rischio per il cancro del colon-retto” spiegano gli autori dell’articolo, che hanno coinvolto nella loro ricerca poco meno di 300.000 persone negli Stati Uniti, già arruolate in tre diversi studi di popolazione e seguite per almeno due decenni.

    Nella ricerca gli esperti si sono concentrati in particolare sui cibi pronti da mangiare o da scaldare. “Il consumo di questo tipo di alimenti è in continuo aumento negli Stati Uniti, dove mediamente il 57 per cento circa delle calorie consumate dagli adulti deriva da questo tipo di prodotti” continuano gli autori.

    Anche in Italia si punta sul cibo pronto

    L’Italia potrebbe sembrare più al riparo da questo tipo di rischio per via di abitudini alimentari più salutari, ma non è così. In uno studio condotto in Molise dal gruppo diretto da Licia Iacoviello presso il Dipartimento di epidemiologia e prevenzione dell’IRCCS Neuromed di Pozzilli (IS), i ricercatori sono giunti a conclusioni analoghe, dopo avere seguito per 12 anni oltre 22.000 persone che hanno partecipato al Progetto epidemiologico prospettico Moli-sani.

    I risultati, pubblicati sul British Medical Journal, hanno mostrato che le abitudini alimentari dei partecipanti sono associate al rischio di mortalità. Nello studio i ricercatori hanno preso in considerazione sia gli aspetti nutrizionali sia quelli legati al grado di trasformazione dei cibi.

    “I nostri risultati” spiega Marialaura Bonaccio, prima autrice dell’articolo “confermano che il consumo di alimenti di scarsa qualità nutrizionale o di cibi ultraprocessati aumenta in modo rilevante il rischio di mortalità, in particolare per le malattie cardiovascolari ma anche per i tumori. Quando abbiamo tenuto conto allo stesso tempo sia del contenuto nutrizionale della dieta sia del grado di lavorazione industriale dei suoi componenti, abbiamo scoperto che quest’ultimo aspetto è quello più importante per il rischio di mortalità. Oltre l’80 per cento degli alimenti classificati come non salutari dal cosiddetto Nutri-Score è anche ultraprocessato (Nutri-Score è un’etichetta nutrizionale promossa dall’Unione europea che si trova su molte confezioni e che non è ancora obbligatoria in Italia). I risultati ottenuti suggeriscono dunque che il rischio di mortalità aumenti non solo per la bassa qualità nutrizionale di alcuni prodotti, ma anche per la loro eccessiva elaborazione”.

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