ROMA All'alba di ieri attiviste e attivisti di Greenpeace sono entrati in azione arrampicandosi sulla sede di Eni, a Roma, per denunciare le conseguenze in termini di perdite di vite umane derivanti dall'uso di combustibili fossili da parte di nove grandi compagnie dell'oil&gas europee.
Secondo Oil Change International, Eni prevede di aumentare l'estrazione di petrolio e gas del 3-4% all'anno fino al 2026.
Nel 2022, la compagnia italiana ha investito circa 15 volte di più nei combustibili fossili che nelle energie rinnovabili, pur registrando profitti record e dichiarando di essere leader nel contrasto alla crisi climatica.
"Ci chiediamo con preoccupazione quando Eni comincerà a mettere la vita delle persone e la salvaguardia del pianeta al di sopra del proprio profitto", dichiara Simona Abbate, della campagna Clima di Greenpeace Italia.
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