MILANO - La guardia di finanza di Milano sta eseguendo oggi un sequestro di circa 86,5 milioni di euro alla filiale italiana di Ups, il colosso americano delle consegne che ha il suo quartier generale mondiale ad Atlanta.
Il meccanismo di questa presunta frode è di quelli già scoperti e sanzionati in passato dalla procura milanese (casi Brt, Geodis, Esselunga) , e nasce dall’utilizzo di Ups di manodopera esterna proveniente da cooperative.
I lavoratori erano fatti passare come “appaltati” alla società, ma in realtà si trattava di mere somministrazioni di lavoro manuale vietato a queste cooperative e consentito solo alle agenzie di lavoro interinale. Appalto e somministrazione hanno regimi fiscali differenti e per Ups quello più favorevole era il primo, che gli ha consentito di ottenere Iva a credito per 86 milioni negli anni considerati su 480 milioni di commesse, schermate attraverso società “filtro” per rendere più difficile la reale identificazione.
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