Il 9 maggio 1978 il corpo del giornalista e militante di Democrazia Proletaria di Cinisi, che attaccava apertamente i boss, venne ritrovato sui binari della Palermo-Trapani. Per molto tempo si è sostenuto che fosse morto mentre preparava un attentato.
La mafia ce l'aveva in casa e, peraltro in anni particolarmente bui, non esitò tuttavia a prenderne con coraggio le distanze. Usò una delle armi più potenti contro Cosa nostra: la cultura e, soprattutto, l'ironia dissacrante per polverizzare il potere e l'arroganza dei boss.
Peppino Impastato, al quale il titolo di giornalista è stato riconosciuto d'ufficio post mortem, attivista e membro di Democrazia Proletaria nella piccola Cinisi, pagò con la vita la sua ribellione alla mafia e la sua costante denuncia, soprattutto attraverso i microfoni di Radio Aut, di tanti traffici illeciti: esattamente 45 anni fa - il 9 maggio del 1978 - il suo corpo venne ritrovato in brandelli vicino ai binari della ferrovia Palermo-Trapani.
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