venerdì 13 gennaio 2023

il fumo di sigaretta condiziona negativamente la memoria di persone sopra i 40 anni

 


Le persone di mezza età che fumano hanno maggiori difficoltà di memoria e di concentrazione rispetto ai non fumatori. La buona notizia è che smettendo di fumare il cervello torna in forma.

Lo studio, pubblicato sul Journal of Alzheimer’s Disease, si basa sui dati di una ampia indagine nazionale del 2019 sui fattori di rischio che ha permesso di mettere a confronto le performance cognitive, percepite soggettivamente, nei gruppi di fumatori, ex fumatori e non fumatori. 

L’analisi ha incluso 136mila persone di 45 anni e oltre, l’11 per cento delle quali ha riferito sintomi di “subjective cognitive decline (SCD)”, declino cognitivo soggettivo. Nel gruppo dei fumatori la prevalenza delle persone che lamentava difficoltà di memoria, era di 1,9 volte superiore rispetto ai  non fumatori. Tra chi aveva smesso di fumare da meno di 10 anni la prevalenza di persone con calo delle performance cognitive era di 1,5 superiore rispetto ai non fumatori. Mentre le differenze arrivavano quasi ad annullarsi tra chi aveva smesso di fumare da più di 10 anni e chi non aveva mai fumato. 

«L’associazione che abbiamo osservato è stata più significativa nella fascia di età 45-59 anni, suggerendo che smettere in quella fase della vita può avere un beneficio per la salute cognitiva. Una differenza simile non è stata trovata nel gruppo più anziano dello studio, il che potrebbe significare che smettere prima offre alle persone maggiori benefici», ha dichiarato Jeffrey Wing, professore di epidemiologia e autore principale dello studio.

Lo studio dimostra che smettere di fumare è una scelta salutare che può aiutare e preservare non solo il sistema cardiovascolare e respiratorio ma anche quello neurologico.

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