sabato 26 marzo 2022

Genitori condannati per stalking : " TI AMMAZZO , TORNA DA TUO MARITO !"

 


ASTI -Non accettavano che la figlia si separasse dal marito. Per questo due genitori, nel 2015, avevano iniziato una serie di atti persecutori nei confronti della figlia, anche davanti ai piccoli nipotini.

Oggi in tribunale ad Asti il giudice Dovesi li ha condannati a 1 anno e 6 mesi e a 600 euro di multa, per stalking, lesioni e violenza privata.

La drammatica vicenda

Tutto è partito nel 2015. I genitori non accettavano che la figlia si volesse separare dal marito, da cui aveva avuto due figli (entrambi minori), convinti che frequentasse un collega. 

Il 4 settembre 2015 dopo aver infastidito il collega,  gli imputati si erano recati sul luogo di lavoro della figlia, pretendendo di portare i nipoti con loro, minacciando lei e il collega, accusandola di aver tradito il marito. Non solo. La madre, secondo il racconto dei testimoni, l'avrebbe anche afferrata per un braccio trascinandola verso l'esterno, prendendola a pugni e tirandole i capelli, davanti ai figli piccoli che, terrorizzati, chiedevano aiuto.

Il padre aveva preso i bambini, impedendo alla figlia di uscire dal luogo di lavoro, posteggiando l'auto davanti alla sua. Un testimone, minacciando di chiamare i carabinieri, aveva messo fine a quel tragico episodio. Purtroppo, però, era solo l'inizio.

"Io ti ho fatto, io ti ammazzo"

Da quel momento la figlia vive in un incubo. Chiamate assillanti, piazzate sul posto di lavoro, minacce, accuse pubbliche e private.

"È una figlia ingrata e una cattiva madre", dicevano di lei in giro, anche davanti ai nipoti, come a ricercar consensi, in un meccanismo perverso, retrogrado e patriarcale. 

Sei una m***a, z*****a, t****a, io ti ho fatto, io ti ammazzo”, le urlavano.

La figlia inizia a vivere in un perenne stato d'ansia e accusa malori. 

La minaccia di una bomba sotto casa

Nell'aprile 2016 il padre la aspetta davanti a casa e minaccia di metterle una bomba all'ingresso. Solo l'arrivo della polizia riuscirà a interrompere l'ennesimo tentativo di irruzione.

Qualche giorno dopo il padre si mette di nuovo all'inseguimento della figlia. Questa volta in auto. La donna cercherà aiuto in questura. Cambierà numero di telefono, serratura di casa, luogo di lavoro e indirizzo mail.

Tutto inutile.

Fischiava di notte per farle sentire che era lì, che non smetteva di tenerla d'occhio

Nel 2016 si separa dal marito e le cose peggiorano. Gli appostamenti sotto casa sua aumentano, anche di notte. Il padre, si legge negli atti processuali, la tormentava anche di notte fischiando, per farle avvertire la sua presenza fuori casa.Quasi a ricordarle dell'incubo che le stava facendo vivere. Come se lei potesse dimenticarlo. 

Nel luglio 2016 la donna, che nel frattempo aveva iniziato una terapia per combattere lo stato di ansia, stava passeggiando insieme alla cugina.

"Saluta tua madre, s*****a"

I genitori la vedono. Lei, impaurita, si rannicchia dietro alcune auto parcheggiate. Il padre la trova, la riempie di schiaffi. "S*****a, saluta tua madre", le urla davanti a tutti. Dopo aver chiamato la polizia, viene portata al pronto soccorso e, affidata a un'equipe di specialisti in un ambiente protetto, sporge denuncia contro i suoi genitori . Stanca, esausta, sfinita

Anche il collega della donna viene minacciato e aggredito sotto casa.

Così inizia il processo e, dopo un lungo dibattimento, questa mattina si è arrivati a sentenza, con la condanna a 1 anno e 6 mesi e 600 euro di multa per entrambi, per stalking, lesioni (sia ai danni della figlia che del collega) e violenza privata.

(Astinews )



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