venerdì 21 gennaio 2022

LICENZIATA DALLA BANCA PERCHE' FA E PUBBLICA FILM PORNO FUORI ORARIO DI LAVORO :PUO' ESSERE CONSIDERATO MOBBING ?

 


SIRACUSA - Nella mia attività lavorativa mi sono occupato di diversi casi di mobbing messi in campo dai datori di lavoro verso propri dipendenti , ma mai mi è capitato un caso simile . 

Ho partecipato a convegni sull'argomento e con altri colleghi di varie parti d'Italia 20 anni fa fu prodotto un trattato innovativo che affrontò  l'argomento da vari punti di vista e fu da apripista per varie sentenze .

Ma non contemplammo l'argomento in oggetto

 .UN NUOVO RISCHIO ALL’ATTENZIONE DELLA MEDICINA DEL LAVORO: LE MOLESTIE MORALI (MOBBING) “Consensus Document” R. Gilioli1 , M. Adinolfi2 , A. Bagaglio3 , D. Boccaletti4 , M. G. Cassitto5 , B. Della Pietra6 , C. Fanelli7 , E. Fattorini8 , D. Gilioli9 , A. Grieco10, A. Guizzaro11, A. Labella12, O. Mattei13, M. Menegozzo14, S. Menegozzo15, R. Molinini16, D. Musto17, A. Paoletti18, F. Papalia19, R. Quagliuolo20, F. Vinci21.

LEI è una avvenente bancaria di 40 anni di origini piemontesi ma trapiantata in Sicilia che lavorava in banca . Lavorava ...perchè è stata licenziata . 

Sostiene che il motivo sia stato le foto osè pubblicate sui social in cui è protagonista ....e pure film hard . Ovviamente fuori orario di lavoro .

“Sono sempre stata discriminata – afferma nel rendere noto il provvedimento che le è stato notificato dall’istituto di credito e annunciando ricorso – io ho sempre posato come modella, e dal settembre 2020 mi sono iscritta ad una piattaforma privata dove inserisco dei contenuti più espliciti. Poi dallo scorso anno sui miei social ho pubblicizzato alcune serate. Ma ho sempre svolto tutto fuori dal mio orario di lavoro”.

L’istituto di credito le contesta “l’assenza ingiustificata dal servizio omettendo di avvertire dell’assenza; lo svolgimento di attività lavorativa extrabancaria durante l’assenza del servizio motivata da stato di malattia, alla visita fiscale domiciliare e lo svolgimento di attività professionale in violazione al contratto nazionale del lavoro”.

L’avvocato  che assiste la donna, parla di “mobbing“, e ribadisce che è stata “illegittimamente sospesa” perché, sostiene, “le circostanze attinenti la vita propria del lavoratore non godono di alcuna rilevanza soprattutto laddove siano estranee al contesto professionale». Inoltre, osserva il legale, «i fatti posti alla base della contestazione sarebbero in ogni caso null’altro che libera espressione della sfera sessuale privata e personale della dipendente”.

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