sabato 4 dicembre 2021

In Polonia gli attivisti denunciano i migranti per salvarli

 



VARSAVIA – Per cinque volte hanno tentato di essere accolti in Polonia, ma sono stati respinti verso la Bielorussia dai militari che Varsavia ha schierato al confine.
Così hanno riferito Ali, Haddan e Nidal, tre profughi siriani in fuga dalla guerra, ai volontari della ong Grupa Granica che, oltre ad aver fornito loro cibo e indumenti, mercoledì scorso, intorno alle 22 e con una temperatura di zero gradi, hanno organizzato un intervento nei boschi nord-orientali di Szudzialow: in presenza di alcuni europarlamentari (Janina Ochojska dei Popolari europei, Róza Thun, di Renew Europe, e Lukasz Kochut, dei Socialisti&democratici) e di giornalisti internazionali, hanno chiamato la polizia di frontiera segnalando la presenza dei migranti.

Arrivati sul posto – una strada che taglia un bosco già innevato – Marysia Zlonkiewicz, la volontaria di Grupa Granica, ha spiegato ai media che se le forze di sicurezza vengono allertate della presenza di stranieri illegalmente presenti sul territorio polacco, questi possono presentare richiesta d’asilo sul momento.

Secondo l’ong, che da agosto ha raccolto dai profughi molte denunce di respingimenti verso il lato bielorusso da parte degli agenti polacchi, è stato importante garantire la presenza di testimoni. Il governo di Varsavia da settembre nega l’accesso ai civili – compresi giornalisti e osservatori internazionali – a partire da tre chilometri dal confine e quindi verificare la veridicità delle denunce è difficile. Ali, Hassan e Nidal hanno tuttavia presentato ricorso contro i respingimenti alla Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha emesso una sentenza che obbliga le autorità polacche ad accogliere le loro richieste d’asilo. I loro documenti, assicura Zlonkiewicz, erano inoltre già stati inviati per email alle guardie di frontiera locali alcune ore prima.( DIRE )

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