Sembra che la 21enne avesse incaricato il 32enne di scendere nella hall a chiedere al personale di posticipare il check-out.
La direzione avrebbe concesso di poter rimanere un’ora in più, tempo per la 21enne insufficiente. Questo avrebbe provocato una discussione poi degenerata. Resosi conto di aver ucciso la compagna, l’imputato, così è stato ricostruito, non avrebbe tentato di scappare ma sarebbe subito corso a dare l’allarme, sconvolto. Una condotta che gli è valsa la concessione delle attenuanti e quindi il cospicuo sconto di pena. “Da valorizzare - si legge nelle motivazioni della sentenza - il profilo psicologico del comportamento tenuto dall’imputato nell’immediatezza del fatto: le persone presenti lo hanno definito sconvolto, hanno riferito che si è seduto su uno scalino piangendo in attesa che arrivasse la polizia”.
L’uomo era stato condannato con rito abbreviato dal gup di Firenze a 30 anni per omicidio volontario. Il 15 settembre scorso la corte d’assise di appello del capoluogo toscano, riconoscendogli le attenuanti ha di fatto dimezzato la pena, portandola a 16 anni.
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