Dopo la prima esplosione nell’aeroporto di Kabul, abbiamo iniziato a ricevere pazienti, un afflusso continuo che è andato avanti per ore. Abbiamo ricevuto più di 60 feriti, 16 sono morti all’arrivo o poco dopo. Abbiamo operato tutta la notte, lavorando senza sosta per salvare quante più vite possibili.
Sono arrivate donne, uomini e bambini in condizioni gravissime, con ferite multiple da schegge e frammenti dell’esplosione. Il nostro ospedale è pieno, abbiamo usato tutti gli spazi disponibili e aggiunto letti extra per far fronte all’afflusso continuo di vittime e feriti.
Sono stati momenti terribili: attorno all’ospedale c’era il panico, chi arrivava non riusciva a parlare, molti erano terrorizzati, con gli occhi totalmente persi nel vuoto, lo sguardo assente. Raramente abbiamo visto una situazione così.
La situazione è drammatica ma continuiamo a lavorare senza sosta, insieme ai nostri colleghi afgani, perché mai come adesso è importante non lasciarli soli e continuare a salvare vite.
Grazie,
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