Il Comune, da parte sua, ci mette la musica e ingaggia i Balkan Bazar, gruppo specializzato nella musica balcanica. Accade tutto poco prima delle 23. E' nel momento del ritornello "O partigiano, portami via" che il prete, nei paraggi con un gruppo di fedeli dopo un battesimo, decide di intervenire. Il cantante dei Balkan Bazar crede sia un problema di volume alto ma i decibel c'entrano poco. E' il messaggio della canzone che disturba. "Qui no, né rosso né nero", ripete a voce alta, abbassandosi anche la mascherina per farsi capire bene.
Floriana Rizzetto, presidentessa dell'Anpi, a chiarire due-tre punti: "Bella Ciao è un manifesto di libertà. Celebra il 25 aprile, la Liberazione, una festa nazionale che il gesto del prete del Duomo disconosce. Bella Ciao è una canzone popolare e non un inno politico. Bella Ciao appartiene agli italiani e non a un partito".
Anche i responsabili della band scelgono di smorzare la polemica sul nascere, visto che lì ci devono tornare altri weekend. Si limitano quindi a evidenziare un unico aspetto, sempre al Mattino di Padova: "Il brano in questione è nel nostro repertorio solo perché lo fa anche Goran Bregovic, artista del quale noi facciamo più di qualche cover". Ma ormai la miccia è accesa e il parlamentare padovano Andrea Ostellari (colui che tiene bloccato il Ddl Zan), non si lascia scappare l'occasione: "Don Di Donna ha fatto bene a intervenire. Oggi sostenere posizioni di buonsenso richiede coraggio. So che non è facile, ma segna la differenza. Io sto con lui".( Da La Rep )
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