I giovani studenti hanno affrontato l’argomento religione in un confronto aperto e sincero tra tre ragazze con genitori di origini e fede differenti: Italia, Marocco e Albania, Islam e Cattolicesimo, praticanti e non.
«Cosa significa essere cristiano, cosa mussulmano? Come convivono le due religioni? Cos’è l’estremismo? Cos’è il battesimo?». Queste alcune delle domande a cui le ragazze, ognuna con la propria visione su come vivere la fede, hanno risposto dialogando tra di loro e convivendo un fondamentale aspetto: un futuro più inclusivo.
«In Italia c’è ancora tanta strada da fare tentare di rompere gli stereotipi da entrambe le parti – pensa Mariam, mussulmana praticante -. Bisogna giudicare una religione per i suoi principi e non per i suoi seguaci».
«Per creare una società unità, nella quale tutte le religioni convivano è necessario mettersi in gioco e fare il primo passo come, stiamo facendo noi in questo momento» risponde Valentina, cattolica.
Nella realizzazione dell’intervista, ideata con il supporto della professoressa Natalie Cintorino, sono stati quasi una decina gli studenti coinvolti, tra regia, ripresa e le ragazze intervistate
Un lavoro di squadra, che ha saputo guadagnarsi il plauso della giuria, classificandosi al terzo posto del concorso nella categoria “cortometraggio” per le scuole secondarie di secondo grado, con la cerimonia di premiazione prevista martedì 20 aprile.( Da V.N. )
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