venerdì 24 luglio 2020

UN RICONOSCIMENTO PER LE CALCIATRICI CHE SFIDARONO MUSSOLINI !



GRAZIA BARCELLONA, 90 ANNI, MOSTRA LA FOTO SCATTATA NEL 1933 CHE LA RITRAE CON LE ZIE LUISA, ROSETTA E 
MARTA E LA MAMMA GIOVANNA, IL NUCLEO FONDANTE DEL GRUPPO CALCIATRICI MILANESI (FOTO: FEDERICA SENEGHINI)

MILANO  Estate 1932. A Castiglioncello, vicino Livorno, un gruppo di ragazzine milanesi in vacanza prova per la prima volta a fare due passaggi. Si tirano la palla, provano a scartarsi in un campetto poco lontano dalla spiaggia. Per alcune l’idolo da imitare è l’attaccante del Bologna Angelo Schiavio, per altre c’è solo il bomber nerazzurro Giuseppe Meazza. 
«Una volta tornate in città le calciatrici milanesi agirono con furbizia, dichiarandosi da subito fascistissime e sportivissime»,
Il Regime può star tranquillo. Sono donne ma a capo della squadra hanno messo un uomo, un negoziante di vini di via Stoppani, un certo Ugo Cardosi, che si presta alla causa. E anche in porta ci sono dei maschi, due ragazzetti dell’Ambrosiana.
I quotidiani sportivi le ignorano. Il Littoriale le critica. I vignettisti si scatenano. L’11 giugno 1933, una domenica di primavera, la prima partita ufficiale al campo Fabio Filzi di Milano. Da una parte c’è il Gs Ambrosiano, dall’altra il Gs Cinzano. Vince quest’ultimo con rete di Bolzoni. Sugli spalti un migliaio di spettatori, tantissimi
È una passione che da Milano dilaga altrove.....Ad Alessandria per esempio .
Tutto è pronto per la prima partita intercittadina di calcio tra donne della storia d’Italia. Sembra l’inizio di qualcosa di bello. Invece è cominciata la fine.

Due giorni prima della partita le autorità fasciste sbarrarono i cancelli. Poche settimane dopo, il 22 novembre, c’è lo stop definitivo. Un editoriale pubblicato su Il Littoriale vieta definitivamente il calcio alle donne, secondo le volontà del nuovo numero uno del Coni Achille Starace, segretario del Partito Nazionale Fascista. 
Il calcio non è consentito alle donne ( Dal libro di Federica Seneghini ) - Da leggere !


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