NOVARA -Una potentissima 'psicosetta', con base operativa a Novara, è stata scoperta al termine di una complessa indagine dalla Questura di Novara, che nella notte hanno eseguito in collaborazione con il Servizio Centrale Operativo numerose perquisizioni oltre che a Novara anche a Milano, Genova e Pavia. A capo della setta, i cui adepti erano in prevalenza di sesso femminile, c'era un uomo di 77 anni.
Associazione per delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù ed alla commissione di numerosi e gravi reati in ambito sessuale, anche in danno di minore, sono le ipotesi d'accusa.
La testimonianza di una vittima
“Lui decide tutto, Lui decide chi puoi frequentare, dove puoi lavorare. Lui sceglie quali ragazze devono farlo divertire. Lui sceglie se puoi o non puoi frequentare i nostri "luoghi fatati". Lui è Lui. Noi lo chiamiamo "Lui" o "il Dottore", perché non possiamo nominare il suo nome, non ci è concesso". È stata la testimonianza di una delle vittime
Due anni di indagini
Il gruppo criminale, grazie ad un centro psicologico ed una fitta rete di attività commerciali, tutte riconducibili alla setta – come due scuole di danza o una scuola di “Spada Celtica”, diverse erboristerie, una bottega di artigianato, e persino una casa editrice – riusciva a reclutare le ignare vittime da introdurre inconsapevolmente nelle dinamiche settarie.
Le “prescelte”, generalmente giovani ragazze, anche adolescenti o addirittura bambine, come nel caso della denunciante, venivano introdotte alla filosofia della setta ed iniziate a “pratiche magiche”, tra le quali, soprattutto, si annoveravano delle pratiche sessuali, spesso estreme e dolorose, vere e proprie torture, che servivano, nella logica impartita dal leader , ad annullare “l’io pensante”, “accendere il fuoco interiore” ed entrare in un “mondo magico, fantastico e segretissimo”.
La setta finiva così per assorbire ogni aspetto della vita delle adepte, sia per quanto riguarda il loro ambito personale che familiare, e persino la loro formazione.
Come venivano reclutate le adepte
In pratica, così come accaduto per le vittime finora accertate, o i membri della famiglia venivano inglobati nella setta e indotti a sottostare alle volontà del "Dottore", oppure si imponeva alle adepte di tagliare ogni tipo rapporto con loro. Il “Dottore” decideva l’indirizzo di studi, i corsi formativi o il lavoro che le ragazze dovevano effettuare, quasi sempre presso le attività commerciali legate all'organizzazione con il subdolo fine di vincolarle indissolubilmente al gruppo settario.
Tutto questo determinava un vero e proprio isolamento dal mondo esterno che privava le adepte di ogni punto di riferimento, rendendole totalmente dipendenti dalla setta la quale, sebbene dannosa, costituiva a quel punto l’unico sostegno sia economico che morale. Nessuno poteva ritenersi immune dal pericolo di immissione nell’organizzazione; anche ragazze dal livello culturale molto elevato ed apparentemente esenti da condizionamenti esterni, rischiavano di essere annesse alla setta qualora individuate come “prede”. L’organizzazione si serviva di psicologhe professioniste, a loro volta adepte, le quali, facendo leva su uno stato di fragilità emotiva delle "prede"
La base era nel novarese
Dal racconto della vittima è emerso che la setta aveva avuto origine a metà degli anni 80 dalla fusione di due gruppi paralleli, la cui sede principale è collocata nella provincia di Novara, il luogo dove dimora abitualmente “il Dottore”,
Le numerose perquisizioni e i sequestri sono stati eseguiti nelle prime ore di domenica 19 luglio dalla Squadra Mobile di Novara e dal Servizio Centrale Operativo con la partecipazione del personale delle Squadre Mobili di Torino, Milano, Genova, Pavia, Alessandria, Asti, Biella, Vercelli, Verbania e Aosta, nonché da equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine di Milano e Torino. ( novara today )
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