venerdì 1 maggio 2020

L'ORDINE DEI MEDICI DELLA CALABRIA CONTRO LA PRESIDENTE DELLA REGIONE !



REGGIO CALABRIA -Dopo i sindaci che hanno bloccato a forza di ordinanze il provvedimento regionale, attualmente applicato solo in un pugno di Comuni di tutta la Calabria, chef e ristoratori, sul piede di guerra per essere stati mandati allo sbaraglio senza neanche essere interpellati, sindacati, consiglieri regionali, cittadini comuni più confusi che persuasi dalla nuova ordinanza, a far sentire la propria voce sono anche i medici. Incluso l'infettivologo Raffaele Bruno, direttore del reparto di "Malattie Infettive" del "San Matteo" di Pavia, che Santelli ha voluto a tutti i costi come esperto della sua task force. Peccato che abbia dimenticato di consultarlo.
A rivelarlo è lo stesso Bruno, che ai microfoni dell'emittente calabrese Cosenza channel ha detto "la presidente non mi ha interpellato, ho appreso questa cosa dai giornali. Come medico, l'avrei vivamente sconsigliata". Poi, certo, "gli esperti possono dare indicazioni tecniche e tocca ai politici prendere decisioni. Magari il rischio è calcolato" aggiunge, smussando un po' i toni.

Assai più netta la presa dei medici calabresi, che fanno appello "ai governanti della nostra Regione affinché recedano dai loro propositi". È necessario mettere fine all'isolamento assoluto "anche per motivi sanitari" sottolineano, ma bisogna procedere con "la massima prudenza e una attenta gradualità di tempi e modi contraddetta invece dalla volontà di riaprire locali di ritrovo".

Quell'ordinanza invece è di fatto, dicono chiaro i camici bianchi calabresi "un indiscriminato via libera per tutti, che potrebbe avere conseguenze negative, che nessuno vuole e che vanificherebbe i sacrifici finora compiuti con enorme senso civico dai calabresi". Per riaprire in sicurezza - sottolineano - serve altro, a partire da "una serie di garanzie fra cui l'obbligo di test specifici e recenti oltre che della doverosa quarantena controllata" per i fuori sede che dal 4 maggio potranno tornare a casa. "Non è in ballo il consenso, ma il primo bene per ogni essere umano: la vita e la salute" tuonano.

Ma le loro indicazioni sono rimaste sostanzialmente lettera morta. La governatrice non ha nessuna intenzione di ritirare la sua ordinanza.

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