martedì 9 luglio 2019

UN MINISTRO A DUE ...TRE FACCE . CHE NOVITA'!

Contro la regionalizzazione del sistema di istruzione fima anche tu

Ministro Bussetti, giù le mani dalla scuola nazionale e costituzionale. E si ricordi dell’intesa che ha sottoscritto con noi il 24 aprile 2109

Comunicato stampa di Francesco Sinopoli, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.


Il Ministro Bussetti mostra due volti: uno quando parla ai giornali nazionali e con i Sindacati e un altro quando parla dai giornali locali.
Da quel che egli sostiene sul Corriere del Veneto del 7 luglio 2019 sembra emergere una sua totale dimenticanza di quanto ha sottoscritto con i maggiori sindacati della Scuola e dell’Istruzione il 24 aprile 2019.
Glielo ricordiamo noi, allora, quanto egli ha sottoscritto nell’Intesa:
“Il Governo si impegna a salvaguardare l’unità e l’identità culturale del sistema nazionale di istruzione e ricerca, garantendo un sistema di reclutamento uniforme, lo status giuridico di tutto il personale regolato dal CCNL, e la tutela dell’unitarietà degli ordinamenti statali, dei curricoli e del sistema di governo delle istituzioni scolastiche autonome”.
Ora, il Ministro dice che il suo modello si ispira a quello della Val d’Aosta e del Trentino, dove - ricorda in altro articolo lo stesso Corriere del Veneto - risorse, orario, piano di studio, contratti di lavoro, mobilità, aggiornamento del personale docente e ATA, reclutamento dei dirigenti scolastici, non sono più nazionali.
Dicendo ciò si confessa candidamente che il sistema scolastico e di istruzione non esisterà più perché diventa regionale a statuto speciale.
Non è questo che si legge in Costituzione.
I patti vanno rispettati e noi ci attendiamo che il Ministro recuperi l’unitarietà di memoria e di pensiero rileggendo quanto egli stesso ha sottoscritto insieme al Presidente del Consiglio il 24 aprile 2019.
La FLC CGIL non starà a guardare inerte allo scempio che si vuole fare della Carta Costituzionale e del sistema scolastico e dell’istruzione del Paese e si prepara fino d’ora alla mobilitazione del personale nelle forme democratiche necessarie, esclusa nessuna, fino a che questo sciagurato disegno non venga deposto definitivamente nel cassetto.

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