mercoledì 14 novembre 2018

LA GIUNTA COMUNALE DI VICENZA ( DESTRA ) ANNULLA L' ECCIDIO NAZIFASCISTA !

Cancellato a Vicenza  l’«eccidio nazifascista»

VICENZA -Non ci accapigliamo su chi abbia più titolo per parlare di libertà, che invece ha un valore assoluto». Il vice-sindaco di Vicenza Matteo Tosetto ha spiegato così, ai cronisti basiti del Giornale di Vicenza, la scelta del Comune di cancellare un pezzo di storia della città berica. Perché mai ricordare ancora, tanti anni dopo, la rappresaglia dei nazisti che fucilarono i «Dieci Martiri», strage decisa dal comando tedesco dopo un attentato che la notte del 9 novembre 1944 aveva fatto saltare un ponte sulla ferrovia? Via dunque le parole «eccidio nazifascista» e avanti quelle revisionate: «eccidio compiuto dalle truppe di occupazione». Già che c’era, la giunta ha tolto pure la parola «resistenza» per sostituirla con «Costituzione». Parola bellissima, per carità. Guai a chi la tocca. Ma in questo contesto... Davvero tutti ma proprio tutti, anche chi ride di Anna Frank, hanno lo stesso titolo per parlar di libertà?
Dice che la nuova giunta comunale (di destra spinta) lo ha fatto perché «la parola Costituzione nasce dalla Resistenza: alla parte abbiamo preferito il tutto. Inoltre, in quegli anni il nord del Paese era occupato, la dicitura quindi è corretta». Il tutto, giura, «nell’ottica di una memoria condivisa». Quanto al sindaco Francesco Rucco, già accusato in campagna elettorale di avere rapporti troppo stretti con vari «cuori neri» della destra più estrema che l’appoggiava al voto, ha fatto spallucce: «Confermo le parole del vicesindaco. Abbiamo agito nel rispetto di quello che è accaduto, delle vittime che ci sono state da entrambe le parti». Ma come: mette sullo stesso piano chi fece saltare un ponte (un solo ferito, pare) e chi assassinò dieci ragazzi tirati fuori dal carcere di Padova? Sullo stesso piano chi stava al fianco di Sandro Pertini e chi al fianco di Adolf Hitler e dei carnefici di Auschwitz? Vittime alla pari? Urge rilettura di Primo Levi: «La memoria è la storia di un popolo, ed un popolo senza memoria è un popolo senza identità, destinato a scomparire senza lasciare alcuna traccia di sé». A questo serve ricordare. Tanto più che quei militari nazisti che seminarono la morte non hanno mai pagato.( Gian Antonio Stella -Corriere della Sera )

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