lunedì 26 marzo 2018

PRONTO SOCCORSO OSPEDALE DI VARESE -IL CALVARIO INFINITO -LETTERA DENUNCIA SU VARESENEWS

Pronto soccorso, è di nuovo caos

Quando vi dicono che il Pronto Soccorso dell’ospedale di Varese versa in condizioni estreme non credeteci, è molto peggio.
È normale che sul tuo braccialetto non ci sia stampato il codice, così non saprai mai quanto manca. È normale aspettare 7 ore prima di varcare la soglia del triage, tra una ragazza che ha provato a rimettersi dentro la spalla da sola e ha fatto un casino, un’anziana in carrozzina che cerca con fatica di mantenere la sua dignità e  un bambino che piange da ore chiedendo quando toccherà a lui.
È normale, una volta entrati, aspettare altre due ore, di notte, per una radiografia, in mezzo a persone sofferenti in piedi, sedute, in barella, che cercano di respirare il poco ossigeno rimasto: chi deve fare pipì nella padella davanti a tutti, chi ha la polmonite e vomita davanti a tutti, chi si aggira con le urine dei propri cari in mano cercando di capire a chi consegnarle. Non manca poi il folle di turno, scalzo, in mutande, che si vuole staccare le flebo.
Si rimane così tutti insieme per giorni, accampati e con un solo bagno, in attesa dell’agognato letto, come se riuscire a farsi ricoverare in ospedale diventasse una conquista, un privilegio. Una cascata incessante di persone trasformate in corpi docili, rassegnate, accomunate dalla speranza che qualcuno ci capisca qualcosa, finalmente, e risolva i loro problemi. 


Si legge sui giornali che la direzione dell’ospedale di Circolo sta minimizzando e la questione viene liquidata come un problema organizzativo: sarebbe inutile quindi sbottare, lamentarsi, appellarsi allo stress, parlare di medici che se ne vogliono andare. Bene, non ci rimane che sperare che molto presto qualche gruppetto di manager illuminati trovi il modo per risolvere questa complessa equazione in cui il numero di crani dei medici, quelli dei malati e il numero di letti sembrano incognite impazzite.
Non si dimentichino però che ogni decisione organizzativa in ambito sanitario sottende una visione dell’essere umano e quella attuale del Pronto Soccorso ci parla di una direzione che forse l’essere umano non si ricorda bene che cosa sia, non ha i rudimenti del rispetto, della dignità e che probabilmente non sa fino in fondo cosa significhi essere in una condizione di bisogno. Partiamo da qui, si può solo migliorare.
Buon lavoro. 

Nessun commento:

Posta un commento

LASCIA UN TUO COMMENTO