Varese 28 gennaio 2018
Buongiorno Signora Cristina Bertuletti,
purtroppo ho letto quanto lei ha scritto ieri sul suo
profilo Facebook. Voglio sperare che il suo scritto sia frutto di
superficialità che comunque non è un buon segno per chi ricopre una carica
istituzionale.
Spero che lei voglia riflettere e riflettere significa anche
chiedere scusa alle mamme che non hanno rivisto i propri figli perché
inceneriti nei forni crematori, chiedere scusa alle mogli che hanno atteso
invano il ritorno dei loro mariti, chiedere scusa a tutte le famiglie che hanno
avuto morti nei campi di sterminio.
Uomini, donne e bambini caduti lungo l'interminabile via
dolorosa della prigionia che non poterono tornare mai più. Non torneranno
neanche i resti dei loro corpi perché le salme sono state bruciate e le ceneri
disperse al vento.
Uomini, donne e bambini che hanno sognato, nelle lunghissime
notti nei campi, il ritorno alle loro case.
Chiedere scusa a tutti i deportati che sono tornati e hanno
avuto la vita segnata in modo indelebile dalla terribile esperienza dei campi.
La storia ci deve insegnare che il fascismo, il nazismo, la
brutalità degli uomini e l'indifferenza
hanno permesso che si scrivesse la pagina più vergognosa dell'umanità.
Non finirò mai di raccontare agli studenti e a chi mi vuole
ascoltare, le sofferenze inenarrabili patite dai deportati di qualsiasi
categoria, ebrei, politici, omosessuali, religiosi e ogni volta che racconto mi
commuovo.
Si commuova anche lei e lo potrà fare andando a visitare il
campo di Mauthausen dove vi è un monumento dedicato agli italiani con questa
scritta: agli italiani che per la
dignità degli uomini qui soffersero e perirono.
Ester Maria De Tomasi,
Presidente di Anpi provinciale Varese e con onore iscritta
all'A.N.E.D. Associazione Nazionale ex deportati,
figlia del deportato politico Sergio De Tomasi,
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