PIACENZA -«Con l'auto del Comune a prostitute: sapevano quello che facevano»
Le indagini sono iniziate alla fine del 2016: grazie a telecamere nascoste e pedinamenti giornalieri, gli inquirenti hanno scoperto che decine di dipendenti comunali andavano in palestra oppure a fare la spesa durante l’orario di lavoro. Timbravano e uscivano arrivando anche ad usare, per spostarsi, i mezzi dell'Amministrazione.
Le accuse sono di truffa, falso e per qualcuno anche di peculato per aver usato automezzi di servizio per scopi non lavorativi. L’inchiesta è stata complessa ed è durata diversi mesi. Gli inquirenti hanno acquisito prove su prove, pedinando i presunti impiegati pubblici infedeli, riprendendoli anche al di fuori dell’ufficio durante l’orario di lavoro.
i dipendenti, i "furbetti" del cartellino, agivano in un'ambiente di illegalità diffusa, si scambiavano favori a vicenda, sapendo di commettere un reato», hanno rincarato la dose gli inquirenti. L'unico dipendente agli arresti domiciliari, un 60enne, avrebbe usato un furgone con gli adesivi riportanti lo stemma di Palazzo Mercanti per andare a prostitute, nello specifico avrebbe intrattenuto una "relazione" con una lucciola minorenne
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