domenica 2 aprile 2017

TAP- MAFIA E SOLDI SPORCHI DIETRO IL GASDOTTO -INCHIESTA "ESPRESSO "

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Il Tap è la parte finale di un gasdotto di quasi quattromila chilometri che parte dall'Azerbaijan. Il costo preventivato è di 45 miliardi. In Salento, a Melendugno, sono iniziati gli scavi del tunnel in cemento autorizzato dal ministero dell’Ambiente per passare sotto la spiaggia. Da lì sono previsti altri 63 chilometri di condotte fino a Mesagne. Il consorzio Tap Ag prevede di dover trapiantare, in totale, circa diecimila olivi.

L'Espresso ha potuto esaminare documenti riservati della Commissione europea, che svelano il ruolo cruciale di una società-madre, finora ignota: l’azienda che ha ideato il Tap. Si chiama Egl Produzione Italia, ma è controllata dal gruppo svizzero Axpo. 
In questa Egl, la società-madre del Tap, anche l’amministratore delegato è un cittadino svizzero: Raffaele Tognacca, un manager che in Italia ha lavorato anche con il gruppo Erg. 



Nel 2014, quando la Guardia di Finanza scopre un presunto clan di narcotrafficanti collegati alla ’ndrangheta. Il gruppo, capeggiato dal calabrese Cosimo Tassone, è accusato di aver importato oltre mezza tonnellata di cocaina. E viene intercettato mentre deve versare un milione e mezzo di euro ai narcos sudamericani. I calabresi reclutano un promotore toscano e i suoi due figli, che accettano di «portare quei soldi in contanti, dentro due trolley, a Lugano, nella sede della Viva Transfer», come confermano le confessioni degli stessi corrieri poi arrestati. A ricevere i pacchi di banconote è «Raffaele Tognacca in persona». Proprio il manager che ha tenuto a battesimo il Tap.

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