mercoledì 29 marzo 2017
RINVIARE LA PATERNITA' PUO' ESSERE UN DANNO PER IL NASCITURO
Le gioie della paternità per i maschi italiani arrivano sempre più tardi, mediamente dopo aver spento da poco le 35 candeline. Negli anni ottanta ciò avveniva circa dieci anni prima, ma ora non sono pochi anche i neopapà che superano i 45 anni, nonostante i medici sostengano che il periodo di fertilità maggiore per gli uomini sia tra i 20 e i 30 anni. Per i maschi, non ci sono limiti biologici invalicabili come per le donne, ma più si aspetta e meno possibilità ci sono di avere figli.
Con l’avanzare dell’età, infatti, aumenta sempre di più la presenza di spermatogoni, cellule precorritrici degli spermatozoi, carichi di mutazioni potenzialmente pericolose per un futuro embrione. Ad affermarlo, sulle pagine della rivista PNAS, sono alcuni ricercatori dell’Università di Oxford guidati dal patologo Andrew Wilkie.
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