martedì 17 gennaio 2017

EMERGENZA PRONTO SOCCORSO :TUTTA COLPA DELL’INFLUENZA ?

Il Pronto Soccorso rinnovato dell'ospedale di Urbino (Foto Ottaviani)

Che l’epidemia influenzale capiti nella stagione invernale e non a ferragosto è un fatto che dovrebbe essere noto a tutto , specialmente a chi ha nelle mani la nostra salute ; che la situazione di molti Pronti Soccorso degli ospedali italiani non siano paragonabili a quello di Nola è anche vero , ma che in tantissime realtà facciano venire in mente  gironi infernali danteschi  per pazienti e sanitari è un dato incontrovertibile .
Basta leggere i giornali nazionali sia cartacei sia online per trovare situazioni esecrabili : ore , giorni di attese sulle barelle del Pronto Soccorso o sulla medesima ambulanza che ha trasportato il paziente perché mancano persino le barelle .
Per cercare di tamponare la situazione si rinviano a data da destinarsi i ricoveri programmati creando disagi a coloro che si apprestano ad essere ricoverati ( ed operati ) nonché ai loro familiari . Anche questo viene praticato per cercare di poter disporre di qualche letto .
Come mai succede tutto questo ?
Taglio dei letti e taglio del personale  sanitario .
Per i posti letto si stima una riduzione di circa 70.000 ( settantamila ) in 15 anni, mentre  per l’organico in molti casi si è impedito con leggi la sostituzione di coloro che sono andati in pensione .

I governi che si sono succeduti dal 2000 ad oggi hanno realizzato  una spending review  mediante tagli lineari e non selettivi raggiungendo ,al ribasso la soglia dei 3,7 posti letto( acuti e post-acuti ) per mille abitanti contemplati nel D.M. 70/02.04.2015:” Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera “a firma Lorenzin/ Padoan .

E’ il medesimo decreto ministeriale , frutto dell’accordo Stato- Regioni, che è stato invocato per cancellare un solo punto nascite ed una sola pediatria in Lombardia : quelli dell’ospedale di Angera .  Gli altri nelle medesime condizioni sono rimasti aperti. Come mai ?

Il D.M.70/02.04.2015 al secondo capoverso dell’allegato 1 così recita :” Tutte  le  strutture  sanitarie  che  concorrono  a  garantire  gli
obiettivi assistenziali debbono operare secondo  il  principio  della
efficacia, qualita' e sicurezza delle  cure,  dell'efficienza,  della
centralita'  del  paziente  e  dell'umanizzazione  delle  cure,   nel
rispetto della dignita' della persona.”
Centralità del paziente ? Dignità della persona ?
A leggere i giornali non sembra proprio che nella sanità italiana esista la centralità del paziente .
Poiché quando si ritiene opportuno si chiamano in causa le situazioni di altre nazioni, se andiamo a vedere cosa succede ad esempio per i posti letto per acuti troviamo che la media europea è di 5,2per mille abitanti contro i 3,3 in Italia !


 La Germania è all’8,2‰, l’Austria al 7,6‰, la Svizzera al 4,7‰, la Francia al 6,2‰. Solo la Spagna e l’Inghilterra hanno una dotazione di posti letto inferiore alla nostra assestandosi la prima al 3‰ e la seconda 2,7‰.
Da più parti si invoca una miglior gestione della sanità territoriale senza però indicare soluzioni che possano frenare il ricorso alle cure ospedaliere . Pur tuttavia è abbastanza logico pensare che   se vengono bloccati i ricoveri programmati  vuol dire che parte di coloro che si rivolgono al pronto soccorso necessitino di un letto .A proposito di medicina territoriale, che fine ha fatto il decreto 189/2012 denominato “ Riforma Balduzzi “ dal nome dell’allora ministro della sanità Renato Balduzzi ?
Secondo tale decreto le Regioni avrebbero dovuto  organizzare l’assistenza primaria secondo modalità operative monoprofessionali denominate aggregazioni funzionali territoriali (AFT) e forme organizzative multiprofessionali denominate unità complesse di cure primarie (UCCP) che avrebbero dovuto erogare  prestazioni assistenziali tramite il coordinamento e l'integrazione dei medici, delle altre professionalità convenzionate con il Ssn, degli infermieri, delle ostetriche, delle tecniche, della riabilitazione, della prevenzione e del sociale a rilevanza sanitaria. Le unità complesse di cure primarie avrebbero dovuto essere costituite  in reti di poliambulatori territoriali dotati di strumentazione di base, aperti al pubblico per tutto l'arco della giornata, nonché nei giorni prefestivi e festivi con idonea turnazione. Le unità complesse avrebbero dovuto operare  in coordinamento e in collegamento telematico con le strutture ospedaliere. 
Sostanzialmente un filtro sanitario territoriale che si prenda cura del paziente prima e dopo il ricovero
Dove sono i poliambulatori territoriali aperti al pubblico h24 , compreso i giorni festivi e prefestivi ?
Questa legge supportava le Case della Salute territoriali create  in alcune regioni ( Toscana …) , della cui esperienza non si è fatto concretamente tesoro .
In alcune realtà della Lombardia sotto la denominazione “ Casa della Salute “ sono fiorite le poltrone da dentista ,con congelatore annesso .
Di fronte al ripetersi di casi  di intasamento del pronto soccorso ,perché non rivedere l’organizzazione sanitari italiana , anche alla luce di esperienze da valutare , di leggi da applicare ?

Certo , con la crisi occupazionale che attanaglia il nostro Paese , vacilla il motto “ quando c’è la salute c’è tutto “, ma almeno diamogli il valore se non primario, comunque  comprimario E non è la burocrazia che è nemica della sanità ,ma certa politica che invece di operare per il bene primario cerca di imputare ad altri episodi negativi, come la chiusura del Punto Nascite e della Pediatria dell’ospedale “ C. Ondoli “ di Angera .

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