martedì 13 settembre 2016

NON SERVONO PATTUGLIE MA PIU' UMANITA' !

Un momento della rissa e Lucilla...

MASSA CARRARA - Dolorante, un drenaggio nei polmoni che tira via il liquido. Silvia Mazzucchelli s’è trovata coinvolta suo malgrado nella rissa al Leon d’Oro e le tocca restare ricoverata fino a lunedì. Non è arrabbiata con il suo aggressore però, e di questi tempi di linciaggi mediatici ai migranti è una notizia. «La piazza era gremita di italiani, se dobbiamo fare queste sciocche differenze, ma gli unici che sono venuti a darmi una mano sono stati due marocchini. Lo hanno immobilizzato e steso a terra, fino all’arrivo della polizia. L’avevamo chiamata quasi quaranta minuti prima, sono intervenuti quando ormai il lavoro lo avevano fatto altri», ci tiene a precisare.
Subito dopo che i medici l’avevano visitata trovandole il polmone perforato, ha aperto facebook. E ha trovato centinai di commenti irritanti ma non inattesi: «Mandiamoli a casa loro», «sparategli», «ecco le risorse della Boldrini» e via trascendendo. Silvia non ci ha visto più. «Non sulla mia pelle - mi sono detta - io ero in ospedale e quelli fuori a commentare partendo con generalizzazioni e commenti razzisti. Ho preso il telefono e pur se stavo male ho fatto presente che a fermare quel pazzo, sia detto senza offesa ma quel ragazzo ha dei problemi, sono stati due marocchini». A rigor di logica, nell’equazione che porta da marocchino che aggrediscea ritenere che tutti i marocchini sono dei violenti, la presenza dei due salvatori connazionali scompiglia le ricostruzioni di comodo.
Stamattina in ospedale la sorpresa. Alla porta della sua stanza bussa la sorella dell’aggressore. Lavora come badante dalla vicina di casa e appena saputo è andata a vedere come stava Silvia. «Teneva la testa bassa, piangeva e chiedeva scusa. Ma di che? Il mondo va alla rovescia, non c’era nulla di cui dovesse vergognarsi. Suo fratello ha bisogno di essere seguito perché è pericoloso, non è una cosa che riguarda la sicurezza intesa come aumento delle persone che commettono crimini per avvantaggiarsene».
Non vuol sentire parlare di pattugliamenti o vaghe politiche di sicurezza: «A Carrara il brutto, io lo chiamo così, c’è stato
sempre, solo che ora si vede di più perché è aumentato il disagio. Che non si risolve con qualche poliziotto in più agli angoli di strada, ma offrendo occasioni alla gente, riaprendo i cinema e animando gli spazi, le biblioteche. Altrimenti si fanno chiacchiere e non si coglie mai il problema».
( da Il Tirreno )

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