
Oltre 22 miliardi di euro. Per la precisione, 22.609 milioni di euro. E’ il valore complessivo di quella «piccola» percentuale di Irpef a cui lo Stato ha rinunciato da quando, nel 1990, l’8 per mille ha cominciato a essere assegnato. Il maggiore beneficiario è stata la Chiesa cattolica, che in 25 anni ha ricevuto oltre 20 miliardi di euro. Per la precisione, 20.213 milioni di euro, in base ai dati pubblicati dal Servizio per la Promozione del Sostegno Economico alla Chiesa cattolica.
Le scelte
Ma per chi firmano gli italiani? Secondo gli ultimi dati disponibili relativi ai redditi del 2011 ripartiti nel 2015 (fonte ministero dell’Economia e delle Finanze), la prima, per preferenze, è sempre la Chiesa cattolica con oltre l’80 per cento delle scelte espresse, seguita dallo Stato con il 15 per cento. Poi c’è la Chiesa valdese che ha ricevuto oltre il 3 per cento. Le altre confessioni sono sotto l’1 per cento. Dal 1997 al 2015 i valdesi hanno potuto contare su fondi complessivi pari a 219 milioni. «Il 100% delle risorse che riceviamo dallo Stato è utilizzato per sostenere iniziative sociali, culturali, educative, umanitarie in Italia e nel resto del mondo — precisa il Moderatore della Chiesa valdese, Eugenio Bernardini —. Non un euro del nostro otto per mille va alle spese per il culto, l’evangelizzazione, il sostegno ai pastori, la ristrutturazione o la costruzione di chiese. La trasparenza nella rendicontazione è massima: chiunque può leggere i resoconti di spesa disponibili sui nostri siti web istituzionali e pubblicati annualmente su testate di rilievo nazionale».
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