
BERGAMO -«Spero di esser reintegrato, mi aspetto che vinca il buonsenso». Lo dice il professor Stefano Rho, in Tribunale dopo essere stato licenziato per aver fatto i suoi bisogni in un cespuglio 11 anni fa . Arrivato in bicicletta, racconta: «Mi sento preda di un meccanismo, che ha trasformato un aspetto formale in qualcosa di sostanziale, andando veramente fuori misura».
Dopo che lui ha dovuto ricorrere al giudice del lavoro il ministero ora chiede una conciliazione
Un commento sui suoi studenti: «Grande sostegno dai ragazzi, mi è stato molto d’aiuto. Le istituzioni? - aggiunge -. Non si è fatto vivo nessuno, direttamente e indirettamente». Un’affermazione che non riguarda però il mondo politico data la vicinanza dei parlamentari bergamaschi che stanno sostenendo il professore.Il ministro dell’Istruzione Giannini non ha ancora risposto alle interrogazioni parlamentari firma Giordano, Sinistra italiana.
Il docente quarantatreenne è stato licenziato per mendacio, ovvero per non aver dichiarato all’atto della presa di servizio a scuola di avere precedenti penali. Nel suo caso legati a una causa chiusa undici anni fa, quando era stato sorpreso dai carabinieri, in Valle Brembana, a fare pipì (a notte fonda ma vicino a un lampione) in un cespuglio ai bordi di una strada deserta. Per il fatto aveva pagato un’ammenda di 200 euro e – non risultando dal casellario giudiziale e non essendo il precedente ostativo all’assunzione – non l’aveva dichiarato nel modulo fornito dalla scuola all’atto della presa di servizio.
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