
Il
problema dell’immigrazione e relativo sbarco giornaliero sulle coste italiane
sta diventando sempre più pressante e impegnativo per le nostre risorse
finanziarie e le nostre capacità di accoglienza. Urge pertanto un immediato coinvolgimento di
tutti i paesi europei per un accordo cumulativo e l’elaborazione di un piano
congiunto per affrontare e risolvere nel modo migliore questa grave situazione.
Le
osservazioni, le contestazioni, le recriminazioni, le lamentele e le opposizioni
che molti politici della minoranza rivolgono al Governo italiano per la
disponibilità che questi continua a garantire in qualche modo ai disperati del
mare non risolvono il problema. Né valgono le proposte che certi faciloni suggeriscono
e cioè che quei disperati vanno aiutati nei loro paesi d’origine. Ma non dicono
come e in che modo ! Eppure lo sanno che i paesi dai quali i disperasti fuggono
sono governati da dittatori, oppure sono teatri di guerra civile e pertanto è
impossibile andare in quei posti ad elargire aiuti alla povera gente di alcun
genere. Soltanto a seguito di un
intervento, diplomatico prima ed eventualmente di forza dopo, dell’ONU per
stabilire un ordine di democrazia, di rispetto delle regole, di civile convivenza
tra etnie e religioni diverse possono intervenire i paesi europei per fornire
aiuti ed assistenza a quei popoli.
Teniamo presente che i dati forniti da fonti informate parlano di circa
500.000 persone si trovano sulle coste
libiche con l’intento di attraversare il mare per raggiungere l’Europa. Ma se
non cambia l’attuale atteggiamento degli altri paesi europei (che respingono i
migranti alle frontiere) quella gente
resterebbe bloccata nel nostro Paese, e già questo è un numero abnorme per l’Italia,
ma non finirebbe qui perché altri disperati (milioni di persone fra i vari
paesi infernali) verrebbero convinti dagli organizzatori dei traghettamenti a
vendere i loro pochi beni per tentare la migrazione verso l’Eldorado europeo.
Il
segretario della Lega e i leaders politici che governano la Lombardia, il
Veneto e la Liguria, che sono quelli
maggiormente convinti che è possibile aiutare quella gente nei loro paesi
provino ad andarci loro e ci dimostrino come ciò è possibile !
Sono oltremodo sbagliate e senza senso anche
le proposte avanzate da Gasparri, Toti ed altri e cioè di fronteggiare l’esodo
dei migranti con l’intervento della marina militare italiana, ed eventualmente
di altri paesi europei, pattugliando le coste libiche per bloccare la partenza distruggendo
le imbarcazioni che li trasportano, ignorando che si tratterebbe di una
violazione del diritto internazionale e quindi l’azione varrebbe come una
dichiarazione di guerra. Come pure è impossibile pretendere di istituire uno o
più campi profughi sulla costa libica controllati e gestiti da chi ? Senza
considerare l’attuale precaria situazione in cui si trova quel paese dopo
l’errata guerra a Gheddafi, le cui conseguenze sono state disastrose.
Il problema immigrazione deve essere
affrontato a livello europeo ed è assurdo che l’Italia sia lasciata sola ad
affrontare queste emergenze. L’Italia da
sola non ce la può fare per tantissimi motivi: la grave crisi economica e
finanziaria, l’alto indice di disoccupazione, l’enorme debito pubblico, la
scarsa assistenza economica che lo Stato eroga ai propri Cittadini più
bisognosi, la pressante propaganda
xenofoba da parte di alcuni politici che riescono ad infettare anche molti
cittadini.
Il Governo italiano deve ricordare agli
altri governi europei, in particolare a quello inglese, francese e tedesco, la
loro responsabilità per tutto ciò che ha causato la precaria situazione in cui
sono costretti a vivere le popolazioni di quei Paesi africani da cui sono
costretti a fuggire. Quei paesi africani quando erano colonie di paesi europei
sono stati sfruttati e derubati delle loro ricchezze naturali e quelle popolazioni
sono state tenute volontariamente nell'ignoranza, nell’analfabetismo e
soggiogate per tantissimi anni. Poi quando hanno deciso di concedere loro
l'indipendenza, spesso a seguito di dure battaglie e versamento di tanto
sangue, non gli è interessato in quali condizioni e in quali mani lasciavano
quelle ex colonie. Ciò premesso tutti i paesi europei sono obbligati moralmente
ad occuparsi attivamente e collegialmente del grave problema dell'esodo da quei
paesi di tanta povera gente e non lasciarlo tutto sulle nostre spalle.
15.6.2015
-
Martino
Pirone
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