Riceviamo e pubblichiamo
Non c’è che dire, il dubbio amletico se è
giusto pagare o meno rimane nonostante le valutazioni e le opinioni di tanti
politici e giornalisti. Come per tante altre vicende vi è il pro e il contro.
Mi chiedo cosa avrebbero detto coloro
(politici ed opinionisti) che contestano l’eventuale pagamento del riscatto se
lo Stato italiano non avesse pagato l’ipotetica somma e il rapimento avesse
avuto un tragico epilogo per le due ragazze, come è avvenuto purtroppo per
tanti poveri disgraziati, militari, giornalisti ed altri ? Molto probabilmente avrebbero gridato con
veemenza il loro disappunto contro il Governo e il Parlamento che sprecano
miliardi per i loro tanti privilegi e poi lasciano uccidere due povere
fanciulle per non aver pagato il loro riscatto.
Che il problema non sia di facile soluzione è
certo, e lo ha bene evidenziato anche Francesco Caielli, giornalista de “La
Provincia di Varese”, nel suo articolo del 17c.m.: http://www.laprovinciadivarese.it/stories/Cronaca/ce-bisogno-di-sognatorinon-servono-altri-martiri_1099958_11/, dove tra l’altro segnala la discordanza
nell’applicazione della legge italiana che prevede il blocco dei beni delle
famiglie di persone rapite, perché coi rapitori non si tratta ! E qui sorge
un’altra domanda, come dice anche Caielli: il dettame della legge cambia a
secondo che si venga rapiti in Italia o
sequestrati in paesi notoriamente pericolosi ? Allora in tal caso occorre tener presente che
per gli italiani che si trovano in determinati Paesi ritenuti pericolosi non
esiste il rischio di essere rapiti soltanto da guerriglieri o bande di
rivoltosi ma anche da organizzazioni criminali o gruppi bene organizzati anche
dove non c’è guerra. Non è da escludere pertanto l’eventualità che questo
genere di “affare” può interessare anche a qualche organizzazione malavitosa
italiana ramificata all’estero.
E’ necessario pertanto porre delle regole
ferme per tutti gli Italiani che si recano all’estero, in particolare nei Paesi
“caldi”. Gli interessati devono chiedere un visto preventivo al Ministero degli
Esteri su domanda da parte dell’Organizzazione Umanitaria cui si appartiene o
da parte dell’azienda per la quale si va a lavorare.
Ritornando alla vicenda delle due ragazze,
difatti, qualche dubbio viene spontaneo e cioè che non siano state rapite da
guerriglieri fondamentalisti ma da una organizzazione diversa perché, buono per
loro, non appaiono per nulla denutrite, patite, emaciate, maltrattate od altro,
come invece abbiamo visto in quali condizioni erano, purtroppo, altre persone
rapite in quei luoghi dai fondamentalisti.
18 gennaio 2015
Martino Pirone
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