lunedì 24 novembre 2014

RAZZO RUSSO ATTRACCA SU NAVICELLA , PERCHE' SEDIA A ROTELLE NON SUL METRO ?

Riflessioni di Angela Gambirasio

Egregio direttore
Se un razzo russo può attraccare su una stazione spaziale, perché una sedia a rotelle non riesce a salire sulla Metro?
 
Ieri sera sono stata a Volandia, per seguire in diretta il lancio dal cosmodromo di Bajkonur della Sojuz, che ha portato l’italianissima Samantha Cristoforetti sulla ISS.
Io vivo su una splendida carrozzina a motore ultratecnologica che, in buona parte, più che dalla ricerca medica, deriva proprio dalla ricerca spaziale e – ammettiamolo – dalla quella militare. Ciò fa di me una fervente sostenitrice dei programmi spaziali, più che altro perché farebbe brutto dire che alla fine per me c’è del buono pure nella corsa agli armamenti. Ma i progressi tecnologici che ora mi consentono di razzolare quasi ovunque come un normodotato - e che spero mi regaleranno nel prossimo futuro un bell’esoscheletro - non sono l’unico motivo per cui mi appassiona lo spazio.
C’è chi crede che occorra risolvere tutti i problemi della Terra prima di guardare alle stelle. Io credo che non si possa capire davvero di quali imprese siamo capaci, se non ci poniamo obiettivi apparentemente irraggiungibili.
Chi rimane sempre coi piedi per Terra, fa molta più fatica a immaginare e costruire un futuro migliore. Guardare solo la realtà attuale, toglie la capacità di sognare. Se gli adolescenti non sanno più cosa vogliono fare da grandi, è forse in parte perché nemmeno noi crediamo in un futuro in cui ci piacerebbe vivere. I bambini non sanno nemmeno cosa sia la favola della buona notte e per Natale non chiedono più il piccolo chimico o il telescopio per guardare le stelle, ma tablet e smartphone e questo accade semplicemente perché i figli sognano quello che sognano i genitori.

 Tant’è che ormai diciamo agli adolescenti non di studiare ciò che li appassiona, ma ciò che serve per trovare lavoro… come se fosse davvero possibile trascorrere anni su libri che ci fanno completamente schifo.
Quanto a me, i piedi per Terra non sono più riuscita a metterli da quando avevo 15 anni e proprio questo mi ha dato la forza per puntare, giorno dopo giorno, a traguardi sempre più importanti: una laurea, una casa, un lavoro e una famiglia. Tutte cose che ho conquistato non nonostante la sedia a rotelle, ma proprio grazie ad essa. E sebbene lottando e denunciando alcune situazioni abbia ottenuto molto, a volte questa Terra, ma soprattutto questo Paese, sembrano delle battaglie perse.
Poter raggiungere il luogo di lavoro nonostante un handicap motorio è una sfida che sembra più ardua di un allunaggio, non perché manchino le soluzioni, ma perché manca la reale volontà. Samantha Cristoforetti e tutti coloro che lavorano nei programmi spaziali sono per me un’ispirazione quotidiana a non rinunciare ai miei diritti qui, su questo mondo che è anche mio, non solo di chi cammina!
Eventi come quello di ieri sera, lungi dal farmi rimpiangere di essere su questa Terra così ostile ai portatori di handicap, mi danno l’impulso per muovere qualche passo più importante proprio nel mio Paese. E quello che vorrei ottenere, fino a ieri, sembrava un traguardo impossibile. Mi sono sempre accontentata delle piccole conquiste: abbattere un gradino, far mettere qualche scivolo, avere la pedana per scendere dal treno. Oggi invece riesco persino a credere che se un cacchio di razzo russo riesce ad attraccare su una stazione spaziale internazionale in movimento, allora è verosimile pensare che una persona in sedia a rotelle possa usare tutte le linee metropolitane di Milano. Se non ci sarà un’accelerata all’adeguamento delle stazioni (che in diversi casi consisterebbe addirittura solo nel collaudo o nella riparazione/manutenzione di ascensori/montascale), grazie all’Expo, l’unica immagine che riusciremo a trasmettere dell’Italia sarà quella d’inciviltà. E non credete che si tratti sempre di chissà quale spesa che andrebbe a detrimento di cose più importanti: anche voi invecchierete e io non ho mai visto un ottuagenario salire i gradini felice come una Pasqua.
Insomma, proprio perché andiamo nello spazio, non abbiamo scuse per non riuscire a far usare a un disabile la metro.
 
24/11/2014
Angela Gambirasio

( da VN )

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