lunedì 1 settembre 2014

TURISMO di Renato Andreoletti ,direttore di Hotel Domani

L'estate 2014 passerà alla storia come la peggiore del dopoguerra soprattutto a causa dell'inclemenza del tempo che ha massacrato letteralmente l'arco alpino e gran parte delle coste italiane, soprattutto quelle più frequentate (perché più accessibili) del Centro Nord d'Italia. Il tempo infame si è aggiunto a una congiuntura economica non meno drammatica visto che siamo nel sesto anno della crisi più grave che l'Italia ha conosciuto dal secondo dopoguerra, crisi che non sta allentando la sua morsa. I venti di guerra che stanno sconvolgendo l’Ucraina e che minacciano ripercussioni di portata eccezionale nei rapporti tra Russia e Unione Europea minacciano di peggiorare ulteriormente la situazione vista l’importanza che quei mercati (soprattutto quello russo ma anche quelli degli altri Paesi ex comunisti) stavano assumendo per il turismo italiano. Bisogna reagire assumendo misure all’altezza della crisi che stiamo attraversando.
Bisogna partire dall’assunto che l’Italia impiegherà almeno un decennio per uscire dalla crisi economica interna motivo per il quale dobbiamo promuovere concretamente l’arrivo del turismo internazionale in Italia, che deve crescere il qualità nel Centro Nord e anche in quantità nel Sud Italia, l’unico modo per sostenere l’economia interna e soprattutto un settore che ha dato e deve continuare a dare un surplus finanziario assai importante anche per la nostra bilancia dei pagamenti. 
Ciò richiede una politica fiscale premiante per chi viene in Italia a partire dall’abbattimento dell’Iva (che si può attuare da subito verso chi proviene da Paese extra UE), dalla concessione facilitata di visti di soggiorno turistico per chi viene dai Paesi BRIC (è quanto attuato di recente dalla Francia), dallo snellimento delle procedure burocratiche per chi ristruttura nel settore turistico (dagli alberghi ai ristoranti, dagli stabilimenti balneari ai rifugi alpini). Ciò richiede soprattutto una politica governativa decisa verso chi deve governare il territorio e garantirne pulizia e sicurezza a partire dai Comuni.



 E’ giusto investire sugli edifici scolastici, è altrettanto necessario investire sulla manutenzione delle strade comunali e provinciali, è indispensabile che scompaiano le discariche a cielo aperto. I Comuni devono pulire il loro territorio e chi lo deve fare, i netturbini, lo deve fare pena il licenziamento immediato se non lavorano. Idem per i vigili urbani se non garantiscono l’ordine pubblico sul loro territorio. Meno persone negli uffici, più personale sulle strade. Se i Comuni non garantiscono questi parametri minimi, vanno commissariati. Se la polizia non garantisce la sicurezza dei turisti, prefetti e questori vanno rimossi. La sicurezza dei cittadini, oltre che dei turisti, è una questione vitale di civiltà: è l’essenza del patto costituzionale che tiene insieme un Paese. 
Sulle autostrade è stato effettuato uno sforzo notevole per garantire la sicurezza di chi viaggia e i risultati positivi sono sotto gli occhi di tutti. Lo stesso sforzo deve essere effettuato anche sulle strade statali. Lo stesso sforzo deve essere effettuato per cambiare l’immagine del nostro Paese all’estero. Si può fare? Si deve fare!

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