venerdì 11 aprile 2014

AMBROSIA,IL NETTARE MALEDETTO !




Ambrosia, la nuova peste “ :così l’ha definita oggi  il primario di Pneumologia dell’ospedale di Circolo di Varese Fausto Colombo  , mentre noi avevamo semplicemente indicato una “ emergenza sanitaria” di altissimo  livello .
Per gli antichi greci il nome ambrosia rievocava la dolce bevanda degli dei , per noi è una parola foriera di sventura sanitarie .
Ora apprendiamo che è stato organizzato a livello regionale un convegno dal titolo “Allergia da ambrosia:15 anni di prevenzione “.
Presenti i massimi vertici della sanità lombarda , si è preso atto ,nei fatti, che la prevenzione è stata una chimera .
Infatti , da quando circa vent’anni fa questo arbusto maledetto dal nome dolce è “ sbarcato “ a Malpensa ha allungato i propri tentacoli fino a ghermire le province di Milano, Como, Pavia …
Puntualmente l’assessorato regionale emette le proprie ,inefficaci ,linee guida; puntualmente la situazione sanitaria peggiora di anno in anno .
Di chi sono le responsabilità ?


Ogni anno si ripetono gli inutili riti di Regione, Asl, Comuni .
Ognuno fa quel minimo che compete ed il risultato è nel peggioramento della salute di tutti !
La Regione emette le linee ( inefficaci ) , le ASL dicono ai comuni d emettere le ordinanze di sfalcio e tutti vissero felici e contenti ,tranne il 7% della popolazione affetta da allergia da ambrosia .
Nessuno ha il coraggio di denunciare l’inefficacia di tale modo di operare .
Nessuno fa un consuntivo di fine anno circa l’attuazione pratica delle ordinanze sindacali .
Quanti cittadini hanno disubbidito ? Quante volte i comuni sono intervenuti ponendo poi  i costi dell’operazione a carico dei cittadini ? Infine quali sono stati i sindaci che si sono autodenunciati in quanto non hanno provveduto allo sfalcio lungo le strade di loro competenza ?
In tutto questo manca , a mio avviso , l’azione informativa capillare verso gli amministrati : conferenze con esperti, pieghevoli inviata  a casa, manifesti  illustrativi affissi sui tabelloni pubblicitari …
Un problema sanitario di tale rilevanza ( allergie, asma bronchiale allergica ,….ricoveri ospedalieri ..) deve essere trattato in maniera incisiva e non come una delle tante emergenze come capita .ad esempio , con la carenza d’acqua estiva .
Una ordinanza non basta a fermare la diffusione dell’ambrosia !
Piuttosto che ordinanze sindacali, sarebbe utile che i sindaci , i vari assessori alla sanità( regionale , provinciale , comunali ) riconoscano innanzitutto nell’ ambrosia un reale problema di sanità pubblica e di conseguenza mettano in campo le strategie atte a circoscrivere , debellare un fenomeno che si sta diffondendo a macchia d’olio . Ed è già tardi .
Penso ad una tansk-force composta da medici allergologi  degli ospedali varesini, dell’ASL  , medici di base, agronomi, assessori comunali….. ,esperti  che  :                                                                                            a)  studino nei particolari la diffusione del fenomeno nel nostro territorio ;
b) collaborino coi comuni a stabilire una mappatura del fenomeno ;
c)   promuovano una capillare opera di informazione  sulla tipologia della pianta e sulla pericolosità dei suo polline , mediante incontri con la popolazione , diffusione di pieghevoli semplici e ben illustrati.
d) promuovano una capillare opera di informazione presso il personale dei comuni che operano sul territorio ( vigili urbani ….) .
Inoltre, al termine della stagione, la Regione chieda conto, tramite le ASL , dei risultati delle iniziative territoriali .
A questo punto ci sta anche l’ordinanza dei sindaci , significando innanzitutto che sia il terreno pubblico il primo ad essere bonificato.
Dott. Andrea Bagaglio .




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