Vorrei svegliarmi un giorno, chiamare gli amici e dire “dai, stasera pizza… scegliete voi dove e fatemi sapere”. Poi telefonare a una persona cara e dire “vediamoci per pranzo, mangiamo un piattino lì nel bar…”. Pensare al fine settimana e andare a cena col mio amore senza avere poi sullo stomaco il prezzo del cibo ingerito (con un certo senso di colpa). E farmi una passeggiata, entrare in una pasticceria che mi “ispira” e scegliere la pasta che mi sembra più bella (e che costa per me come per gli altri!). Magari la domenica andare dalla mia famiglia e assaggiare quello che hanno cucinato per loro, senza preoccuparmi se nel farlo (e per me!) hanno per caso sbagliato posata o appoggiato la pietanza su un piano dove c’era stato il pane; mangiarla senza temere di passare la notte in bagno ed una settimana a sentirmi un po’ come se avessi l’influenza. Oppure mettermi d’accordo in pochi minuti per una improvvisata e fare un aperitivo con gente simpatica, potendo piluccare anche io tutte le cosine che mangiano gli altri, ridendo e scherzando, senza dover sembrare una folle un po’ maniaca che chiede alla cameriera di quale marca (e spesso pure “lotto di produzione”) sono le patatine che portano insieme al bere (vale anche per i rinfreschi vari di inaugurazione etc). E magari addirittura, col caldo dell’estate, poter ordinare una birra ghiacciata. Mi piacerebbe molto poter assaggiare il pane cucinato da un amico bravissimo… e non dover cuocere la mia porzione di pasta in un pentolino separato, sempre temendo nell’arrivo di qualche goccia di quella di semola di grano che bolle a fianco. Vorrei alzarmi un giorno e andare a prendere la focaccia al forno del paesello e passeggiare addentandola, ancora calda e profumata. O quando sono in viaggio non dovermi preoccupare di essermi portata nella borsa le derrate alimentari (di solito confezionate ed industriali) per la sopravvivenza. Vorrei svegliarmi, un giorno, e andare a fare la spesa senza sapere a memoria il prontuario degli alimenti. O non doverlo consultare ogni volta che qualcuno mi offre un cioccolatino, per poi scoprire che ne posso mangiare di tanti tipi ma non quello. Sarebbe anche bello, ma non oso chiedere tanto, cucinare qualcosa che lieviti bene e che non sia di sasso il giorno dopo. E che le farine per farlo non abbiano la consistenza (e soprattutto il prezzo) della coca (ina).
Vorrei alzarmi da letto, un impossibile giorno e poter mangiare senza pensare.
Ma sono celiaca. Nulla di grave, sia chiaro. E va bene così… (come canta Vasco) perché c’è tanto, ma tanto di peggio. Però……… CHE DUE PALLE!!!
N.M.
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