venerdì 13 settembre 2013

OLIVIERO BEHA CI SCRIVE - " FATTI , NON PAROLE -IL LAVORO CHE NON C'E' E QUELLO CHE UCCIDE "

Esplosione in un silos a Lamezia Terme: morti 3 operai La fabbrica della morte .

Fatti, non parole, in un Paese che agonizza. E’ un fatto che il gruppo Riva chiude Ilva Acciao con 1402 esuberi. Sono parole le dispute sulla prevalenza della magistratura sull’impresa e la politica. Come hanno fatto a ridursi così? Chi c’era a capo dell’Ilva, quali amministratori locali e quali governi hanno favorito o assistito allo sfacelo ambientale, sanitario, economico? E’ un fatto che vicino a Lamezia Terme in un silos industriale esploso siano morti tre operai, sono parole quelle dedicate alla questione della sicurezza sul lavoro in un’Italia sempre più senza lavoro, questione praticamente sparita da qualunque “tavolo” politico.


E’ un fatto che il Presidente della Repubblica abbia collocato Giuliano Amato nell’ennesimo incarico come giudice della Corte Costituzionale (con un superlavoro, ultimamente…), mandando un segnale fortissimo alla politica circostante e all’opinione pubblica o la facente funzione: qualcosa decodificabile facilmente in un “Siamo sempre tra noi, non si entra e non si esce, dobbiamo poterci aiutare tenendo a bada la realtà esterna che potrebbe darci fastidio, nessuna poltrona deve essere occupata da qualcuno che non sia funzionale alla nostra Conservazione personale e di potere, non ne facciamo una questione di età e infatti resistiamo come Burosauri mai estinguibili ecc. ecc.”.
Sono parole le diatribe tra schieramenti che ne seguono. Chiunque infatti può sfruttare il web per consultare la carriera (variabile come appartenenza partitica ma alla Flaiano) di Amato, il “dottor Sottile” per alcuni, il “prof. Occultis” per altri. E intanto la massima attenzione va al destino di Berlusconi e di tutto il contesto. Parole o fatti? Sicuri che nelle case italiane sia questa la priorità della Nazione?
(Oliviero Beha)

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