mercoledì 24 luglio 2013

MANCANZA DI UMANITA'



Riceviamo e pubblichiamo

sono una ragazza di 21 anni e prima di decidermi a scrivere alla vostra redazione devo ammettere che ci ho riflettuto parecchio. Mia nonna, P.V., é morta il 23 giugno all'età di 83 anni e fino a qui, voi direte come potrei pensare anche io al vostro posto, nulla di strano. La vita è una ruota per tutti: ha un inizio e prima o poi ha una fine. Mia nonna era "ospite" di una casa di riposo del bustese da quasi 4 anni.
Potrei stare qui ore a elencarvi tutte le piccole vicissitudini che nel corso di questi anni si sono verificate : un esempio è stato scoprire che la fede di mia nonna non era più al suo dito. Sparita. Quando mia zia si é rivolta a un'infermiera domandando se avesse visto la fede, l' infermiera con aria di sufficienza le ha riposto che se tanto cercava la fede quasi quasi le dava la sua direttamente. Quasi come se tra la fede di mia nonna sposata e quella dell'infermiera non ci fosse nessuna differenza. La fede è solo oro che ci appiccichiamo al dito quando ci sposiamo quindi? Dove sono finiti i significati affettivi?
Come detto sopra però potrei stare ore a elencare determinate cose ma voglio arrivare velocemente al punto.



Mia nonna,prima di essere ricoverata all'ospedale di Busto Arsizio che ringrazio personalmente, da settimane aveva febbre di notte, deperiva lentamente e alle domande dei parenti a dottoresse del piano, ci veniva riposto che tutto era nella norma. La sera prima di entrare in ospedale, mia nonna aveva gambe e braccia gonfissime dovute ai livelli di sodio nel sangue troppo alti , ma secondo la dottoressa di turno il gonfiore era dovuto al fatto che mia nonna fosse a letto da alcuni giorni. Come se non bastasse la dottoressa, alla richiesta nostra di portarla in ospedale, ha fatto capire che tanto a 80 anni l'aspettativa di vita è bassa, un'ottantenne non merita le stesse cure di un neonato dunque. Portata ugualmente in ospedale i medici ci hanno chiaramente comunicato che ormai era troppo tardi e che le condizioni erano disastrose: sospetto focolaio ai polmoni, (presente sulla cartella della dottoressa di turno ma non comunicato ai parenti), disidratata, livelli di sodio nel sangue troppo alti e deperimento.
Io avevo già provato a scrivere a un altro giornale ma non ho avuto risposta. È giusto che la gente sappia in che paese viviamo. Fino quando anche in strutture specializzate,oltretutto non gratis, si verificano situazioni di questo tipo, io penso che non si possa pensare a un miglioramento personale e della società. Fino quando anche i giornali passeranno sopra a queste ingiustizie, niente cambierà, peggiorerà soltanto.

E chi è rimasto lì dentro? Nessuno e sottolineo nesuno merita di essere lasciato morire, non nel 2013, non nella società avanzata che tanto elogiamo e in strutture specializzate.Ci tengo a precisare che alcune delle persone che hanno assistito mia nonna sono state impeccabili nel loro lavoro ma altre hanno mancato di Sensibilità, di professionalità e umanità.
Penso sia solo giusto che la gente sappia, non in modo tale da far chiudere le case di riposo, ma in modo che la gente mormorando crei scompiglio all'interno di queste strutture al fine di migliorare la qualità della vita che un domani, non si sa mai, potremmo essere costretti a condurre noi e fare in modo che professionalità e umanità siano sempre alla base delle caratteristiche di chi ha scelto di fare il medico cioè di dedicare la maggior parte del suo tempo agli altri neonati,giovani o anziani che siano.
Mi scuso per il modo in cui ho scritto ma ci sarebbero cosi tante cose da scrivere.
Vi ringrazio lo stesso per l'attenzione e nel caso pubblichiate qualcosa in merito a quanto scritto vi ringrazio ulteriormente.

Cordiali saluti.

Y.A.


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