Interessante non tanto per il riferimento al personaggio singolo, quanto invece al nostro comportamento quotidiano .
Che sia facile amare tutta l’umanità e non riuscire a sopportare ogni singolo uomo lo aveva già detto il signor Dostoevskij in un passaggio de «I fratelli Karamazov»; e cioè, quanto sia sensibile e profondo il cuore umano, sempre incline a elaborare pensieri sublimi e sistemi filosofici di vertiginosa elevatezza, sempre disposto al dono di sé, al sacrificio, sospinto da un’anelito d’assoluto verso le sorgenti del Bene e del Bello, sino a fare dell’Amore unico scopo ed obbiettivo dell’Umanità. Ma appena si cerca di mettere in pratica questi precetti, si scopre che l’essere umano in carne e ossa è insopportabile: che quel tizio con quella voce è fastidioso, che l’altro che sta seduto di fianco a noi in tram ci è sgradevole, che il modo in cui quel tipo si soffia il naso ci irrita profondamente, e che proprio non riusciamo ad amare quel signore che ci ha appena servito la pizza al tavolo.
Insomma, un conto è amare l’umanità altra cosa è amare l’uomo.
Deve essere quello che sta accadendo al signor Grillo Beppe in questi giorni. Un conto deve essere apprezzare la signora Gabanelli ed il signor Rodotà, altra cosa è sopportarli appena aprono bocca.
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