Redattore capo | Giorgio Almirante |
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ACI SANT'ANTONIO ( Catania )-l sindaco di Aci Sant’Antonio, Quintino Rocca, ha fatto affiggere negli spazi preposti del paese del Catanese il «Manifesto della razza» del ’38, in una doppia versione: una integrale e l’altra squarciata dalle parole di Liliana Segre: «Quello che conta in una persona non è che sia ebrea o cattolica, ma che sia degna di rispetto. E sono convinta che non esistano le razze, ma i razzisti».
«Si tratta di una provocazione – ha spiegato il sindaco – per rendere chiaro che il razzismo e il fascismo non furono fantascienza: quelle mostruosità sono accadute davvero, e sono accadute in Italia.
La tendenza ad annacquare la storia tende a prendere piede con forza sempre maggiore e per questo la memoria va tenuta in piedi anche con gesti che facciano rumore. Riportiamo oggi il Manifesto sotto gli occhi della gente per rendere chiaro cosa era diventato questo Paese, e abbiamo deciso di proporlo sia nella versione (per così dire) originale, sia in una versione strappata e avversata dalle parole di una grande donna del nostro tempo, che ha combattuto e battuto il fascismo, cioè Liliana Segre».
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