Trump nomina Meloni vicecapo dell’internazionale nera e noi le abbiamo pure pagato il viaggio.
Tutti gli italiani hanno capito che è questo il vero e triste significato dell’incontro, fuorché i giornali, le tv governative e i militanti di destra che esultano e parlano, sapendo di mentire, di grande successo e di missione compiuta.
Meloni riceve elogi sperticati dal tycoon americano: tanto esagerati da essere imbarazzanti e così inusuali nei rapporti tra i capi di governo da apparire persino irrispettosi verso la rappresentante dell’Italia.
Alla Casa Bianca, il nostro Paese, per compiacere l’ospite, lascia una serie di impegni che valgono svariati miliardi: compreremo più gas e più armi dagli USA e addirittura faremo più investimenti oltreoceano.( al posto di aumentare l'occupazione ed il pil in Italia - pazzesco !n.d.r. )
Ma Trump non cede di un millimetro sui dazi perché -dice- lo “stanno arricchendo”. Promette solo che farà un viaggio a Roma per ricambiare la visita e forse, chissà, parlarne con i vertici europei.
Ma il terreno più scivoloso e pericoloso della visita di Meloni sta in due parole: alleato e occidente.
Trump è sicuro del vassallaggio meloniano: “Italia resterà il principale alleato finché l’attuale primo ministro resterà primo ministro”.
Meloni è convinta che così “faremo più grande l’Occidente” e si presenta come una “nazionalista occidentale”.
“L’alleanza di ferro” con gli Stati Uniti fa dell’Italia l’anello debole dell’Europa perché frena nella direzione di rapporti multipolari, commerciali e di cooperazione, con il resto del mondo, a cominciare dalla Cina, dai paesi dell’Oriente, dell’Africa e dell’America latina.
Ha ragione Trump: Meloni - parole sue- è proprio una leader mondiale” che si prostra ai suoi piedi e non sa fare, né vuol fare, gli interessi dell’Italia e dell’Unione Europea.
La prossemica, da sola, dice più di mille parole.
Il dito di Trump, oscenamente e imperiosamente, puntato verso Meloni, e lei che gli rivolge il volto, appoggiandolo sulla sua spalla in segno di sottomissione, compongono un quadretto inaccettabile, di cui — come italiani — non si può fare a meno di provare un certo senso di vergogna.
Enrico Rossi -
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