sabato 2 aprile 2022

UNA AL GIORNO: A PASQUA ANDIAMO ....NEL PAESE DEI FANTASMI .

 


PONTEDATTILO -


Chi vive in Calabria di certo conosce Pentedattilo, il piccolo borgo incastonato tra le montagne aspromontane della costa jonica della provincia di Reggio Calabria. Un piccolo paesino legato a leggende di fantasmi e storie di amori traditi dove il tempo sembra essersi fermato. 

 Grazie all’Associazione Pro Pentedattilo, all’Agenzia dei Borghi solidali con il sostegno di Fondazione con il Sud, alla Comunità europea e a centinaia di ragazzi che arrivano ogni anno attraverso i Campi della legalità Arci e Libera, il borgo è stato riportato in vita.
Nei mesi estivi ci sono poi tanti eventi legati alla musica, al teatro, alla fotografia. Ciò a dimostrazione che Pentedattilo oltre a regalare una bellezza paesaggistica rara ha tanto da offrire come luogo di accoglienza culturale e sostenibile.

La leggenda di Pentedattilo ruota tutta intorno al castello, – oggi quasi completamente distrutto da terremoto, alluvioni ma anche, dalla mano dell’uomo (in tempi carestia gli abitanti utilizzarono alcune parti per autocostruirsi le case) – e alla strage degli Alberti. Protagonisti due nobili famiglie: gli Alberti appunto, marchesi del borgo e gli Abenavoli, baroni di Montebello Ionico, altro paesino vicino.

Si narra che la notte di Pasqua del 1686 le due famiglie furono protagoniste di una strage sanguinaria. Il barone Bernardino Abenavoli voleva prendere in moglie Antonietta Alberti. La donna però fu chiesta in sposa e concessa a Don Petrillo Cortes, figlio del viceré di Napoli. Questa notizia indusse l’ira passionale del barone che la notte di Pasqua entrò nel castello e si vendicò di tutti gli Alberti tranne dell’amata e del futuro sposo.
Bernardino prese in ostaggio entrambi e costrinse Antonietta a sposarlo. Ma il vicerè Cortez, inviò una sua spedizione per vendicarsi e dopo aver liberato Don Petrillo, fece uccidere gli uomini di Bernardino. Il barone riuscì a fuggire portando con sé Antonietta, a Vienna poi l’uomo entrò nell’esercito e la donna in convento di clausura.

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