Da qui l'intervento dei vigili urbani, con una delle richiedenti particolarmente "agguerrita" che è scesa anche in strada per esprimere il proprio disappunto per i rumori molesti. Una richiesta che Carmine Salvatore Cipolla prova ad accontentare: "C'erano oltre un centinaio tra bambini e ragazzi, ho provato a spiegare alla signora quello che stavamo facendo ma non ha voluto sentire ragioni. Nel rispetto del vicinato abbiamo quindi spento la musica e abbiamo continuato le nostre attività con gli animatori, facendo giocare i bambini".
Poi l'arrivo della pattuglia della Polizia Locale: "Disturbo della quiete pubblica", questa la sanzione da 350 euro redatta dai 'caschi bianchi', "ma si capiva che per il loro dovere non potevano fare altrimenti - racconta ancora a RomaToday padre Salvatore -. Erano provati e mortificati ma non potevano fare altrimenti. La legge è uguale per tutti". "Nonostante il verbale da 350 euro, mi hanno riferito che avrei potuto fare ricorso alla multa entro i 60 giorni dalla notifica".
Gli agenti della Polizia Locale tornano al Comando del XIII Gruppo Aurelio, la voce circola fra i vigili che, spontaneamente, come "liberi cittadini e genitori", organizzano una colletta. Mettono insieme i 350 euro dell'ammontare della multa "e mi chiamano all'ufficio parrocchiale - racconta ancora il prete originario di Riccia, in provincia di Campobasso - comunicandomi che uno degli agenti, come privato cittadino, come padre, sarebbe venuto in parrocchia per portarmi il denaro della multa che il giorno prima erano stato obbligati a verbalizzarmi"
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