martedì 29 giugno 2021

ITALIA CALCIO E' ANTIRAZZISTA A CORRENTE ALTERNATA, OVVERO CON LA TESTA ALTRUI ?

 

 BELOTTI 





“Io mi inginocchio. Ma perché voglio inginocchiarmi. Non perché devo. Se fosse obbligatorio farlo, io non mi inginocchierei”. Michele Serra lo ha spiegato bene nella sua adamantina Amaca di domenica scorsa: inginocchiarsi come forma di lotta al razzismo ha senso solo se il gesto in questione è vero, sincero, fuori dal conformismo. Altrimenti il rischio che si corre è di svilirlo, quel gesto, togliergli tutta la carica comunicativa, farlo diventare come uno di quei tanti riti a cui uno non ci fa più caso, come la foto in posa della squadra prima del fischio d’inizio di una partita. 

Ecco la posizione della Figc, la Federazione italiana giuoco calcio: “Come ha spiegato Chiellini, la squadra si inginocchierà per solidarietà con gli avversari, non per la campagna in sé (Black Lives Matter, ndr), che non condividiamo. I giocatori austriaci non si sono inginocchiati e i nostri sono rimasti in piedi. Se quelli del Belgio lo faranno, anche i nostri saranno solidali con loro”. In altri termini,( hPOST ) inginocchiati tu che m’inginocchio anch’io. Peraltro scaricando sull’altro la responsabilità di decidere per se stessi. Alla fine il perfetto inverso dell’assunto di Michele Serra: gli Azzurri si inginocchieranno perché devono e non perché vogliono.

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